L’energia è uno dei dossier più importanti del nuovo esecutivo di Madrid. A sottolineare l’importanza di questo tema per il governo guidato dal socialista Pedro Sanchez, il neo ministro del cambiamento climatico Teresa Ribera, che in un‘intervista pubblicata questa mattina dal quotidiano “El Pais” ha sottolineato la prossima presentazione in Parlamento di una nuova legge sulla transizione energetica, di cui una prima bozza dovrebbe già essere disponibile ad agosto.
Il governo Sanchez punta poi a elaborare un piano energetico decennale che dovrà essere presentato a Bruxelles. In questo ambito, il neo ministro ha aggiunto che i progetti dovranno essere discussi entro fine anno, indicando che il governo punta a ridurre del 45% le emissioni di gas serra e a eliminare l’uso del carbone entro il 2030, incentivando l’efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili.
Sul tema del nucleare e sulla la possibile estensione della vita utile delle centrali oltre il 2040, Teresa Ribera ha sottolineato che ogni decisione sarà preceduta da una dettagliata analisi dei pro e dei contro.
Se agli annunci del nuovo esecutivo seguiranno appositi provvedimenti legislativi, tra i beneficiari della nuova politica energetica del governo di Madrid ci potrebbe essere anche Enel che è attiva nella penisola iberica attraverso la controllata al 92,06% Endesa, il cui margine operativo nel primo trimestre 2018, pari a 880 milioni di euro, ha pesato per il 21,8% sul totale del gruppo Enel.
Ricordiamo che al 31 marzo dell’esercizio in corso su una capacità installata totale di 22.698 MW, 4.758 MW sono di idroelettrico (21% del totale), 1.618 MW sono di eolico (7,1% del totale), 14 MW di solare (0,1% del totale), 3.318 MW di nucleare (14,6% del totale), 5.168 MW di centrali a carbone (22,8% del totale), 5.445 MW di impianti CCGT (24% del totale) e 2.377 MW di centrali a olio combustibile e gas (10,5% del totale).