Fca – Studia contromisure ai dazi Usa

Il gruppo sta sviluppando dei piani alternativi per adattare il proprio footprint manifatturiero nel caso in cui le tattiche commerciali del presidente americano Donald Trump dovessero portare ad un aumento delle tariffe sulle auto o al collasso degli accordi esistenti.

Lo riporta Bloomberg, citando le parole del Powertrain coordinator di Fca, Bob Lee, che ha dichiarato in un’intervista che la società sta considerando piani alternativi di produzione da quando Trump è stato eletto.

L’amministrazione Usa ha allarmato l’industria dell’auto contemplando dazi del 25% sulle importazioni di veicoli, una mossa che potrebbe costare agli Stati Uniti circa 2 milioni di vendite all’anno secondo una ricerca di LMC Automotive.

Commento:

Gli analisti sottolineano che l’effetto delle tariffe su Fca sarebbe più limitato rispetto ai principali competitor, in quanto il gruppo è meno dipendente dagli scambi tra Europa e Stati Uniti. Gran parte dei veicoli venduti dal gruppo in Nord America sono prodotti oltreoceano ed eventuali dazi impatterebbero soprattutto su alcuni brand, come Maserati e Alfa Romeo, i cui volumi sono comunque piuttosto contenuti.

L’incertezza relativa alle tensioni commerciali ha tenuto sotto pressione il titolo insieme a tutto il comparto automotive, con le azioni Fca che mantengono comunque una performance ytd positiva per oltre il 7% rispetto a una flessione di circa l’11% dell’indice settoriale europeo.

Secondo i dati raccolti da Bloomberg, infine, i giudizi degli analisti su Fca rimangono positivi, dividendosi in 12 ‘buy’, 11 ‘hold’ e 3 ‘sell’, con un target price medio a 12 mesi pari a 21,60 euro, un prezzo che incorpora un potenziale upside di circa il 35% rispetto alle quotazioni attuali.