Nella settimana successiva al meeting dell’Opec non si ferma la salita del petrolio che, trainato da questioni geopolitiche e relative al funzionamento degli impianti, accelera al rialzo portando con se tutto il settore.
Nelle ultime cinque sedute infatti il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale ha messo a segno un incremento dell’1,7 per cento, mentre l’Euro Stoxx Oil & Gas ha chiuso l’ottava flat.
Nella scorsa settimana il Wti ha toccato i massimi da novembre 2014 a circa 74,5 dollari/barile, scambiando poco dopo la chiusura di venerdì a 74,2 $/bl (+7,1% w/w), mentre il Brent segnava un rialzo del 4,2% a 79,5 $/bl.
Diversi sono stati i driver che hanno spinto al rialzo i futures sul greggio, a partire dal monito degli Stati Uniti a sospendere l’import di greggio iraniano entro il prossimo 4 novembre per non incorrere nelle sanzioni, per le quali non ci saranno nè esenzioni nè rinvii. L’obiettivo della Casa Bianca è infatti quello di ridurre a zero l’output di greggio di Teheran.
Un’ulteriore spinta è stata data dalla crisi dell’export libico dopo che la Noc di Bengasi ha fermato le consegne dai porti entrati in suo possesso dopo la riconquista da parte del Generale Haftar. In risposta la Noc di Tripoli, riconosciuta internazionalmente, ha intimato che percorrerà vie legali contro chi sottoscriverà accordi paralleli con l’istituzione rivale, non autorizzata alla vendita del greggio libico sul mercato.
Infine, il dato EIA sulle scorte Usa ha evidenziato un drastico calo di 9,9 milioni di barili, contro una diminuzione di 5,9 milioni stimata dal consensus, mentre ad inizio settimana l’impianto canadese di Syncrude ha dovuto interrompere l’output per problemi tecnici.
Sull’azionario la migliore nelle scorse cinque sedute è stata Saipem che ha evidenziato un incremento del 3,9 per cento.
La società ha ottenuto una nuova commessa, assieme a Petroleum Marine Services (PMS), per le attività Life of Field del progetto Zohr Deepwater Field Development di Petrobel.
Sono inoltre arrivate novità positive dal Mozambico, secondo le quali la decisione finale di investimento di Anadarko Petroleum sul progetto LNG, di cui Saipem è contractor, potrebbe arrivare nel primo trimestre del 2019.
Bene anche Eni che ha messo a segno un rialzo dell’1,7 per cento.
Sul fronte operativo, il cane a sei zampe ha annunciato la scoperta di un nuove riserve a olio nell’offshore dell’Angola ed ha confermato i progressi nella commercializzazione del GNL e il timing della decisione finale di investimento per il progetto in Mozambico.
Dal lato societario ha invece comunicato l’avvio dello studio con INA di una possibile interconnessione tra Italia e Croazia per il trasporto di gas naturale e completato la cessione delle attività di gas in Ungheria al gruppo MET.
Leggermente sopra la parità Tenaris che avanza dello 0,2 per cento.
In controtendenza al settore invece le Mid Cap Maire Tecnimont (-2,8%) e Saras (-0,6%) che ha comunicato il dato sull’EMC Benchmark, sceso sotto i 2 dollari/barile.
Infine, andamento opposto per le Small Cap Gas Plus (+0,4%) e d’Amico (-4,2%).