Chiusura in rialzo per le Borse europee, mentre Wall Street viaggia poco mossa in una seduta che terminerà anticipatamente per la festività dell’Independence Day di domani. Il Ftse Mib guadagna l’1,6% (a 21.764 punti), sovra-performando il Dax di Francoforte (+0,9%), il Cac 40 di Parigi (+0,8%), l’Ibex 35 di Madrid (+1,1%) e il Ftse 100 di Londra (+0,6%).
Sul Forex l’euro resta in area 1,166 dollari, sostenuto in parte dall’accordo sui migranti tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il ministro dell’Interno e leader della Csu bavarese Horst Seehofer, che ha scongiurato una crisi politica in Germania.
Il cambio fra biglietto verde e yen cala a 110,6, così come il dollaro/yuan scende a 6,645 dopo le rassicurazioni della banca centrale sulla futura stabilità della moneta cinese su livelli ragionevoli.
La svalutazione degli ultimi giorni, in effetti, è stata interpretata da molti operatori come una risposta al protezionismo degli Stati Uniti e le tensioni commerciali tra i due Paesi restano in cima alle preoccupazioni degli investitori, nella settimana che porterà all’entrata in vigore dei dazi americani su 34 miliardi di prodotti provenienti da Pechino. Intanto, Washington ha chiesto di negare l’autorizzazione a China Mobile di offrire servizi di telefonia mobile negli Usa per rischi alla sicurezza nazionale.
A ciò si aggiungono anche le divergenze fra Trump e l’Organizzazione Mondiale del Commercio e quelle con l’Unione Europea, dopo le minacce di eventuali tariffe Usa sulle importazioni di auto Ue.
Il tutto in un quadro economico che, per quanto riguarda l’Eurozona, resta in rallentamento come segnalato dall’Istat nella nota relativa all’Eurozone economic outlook, in cui si prevede anche nei prossimi trimestri una crescita più contenuta rispetto al 2017. Sul fronte macroeconomico, in attesa nei prossimi giorni dei dati sul mercato del lavoro Usa e delle minute della Fed, si segnalano i numeri di maggio sui prezzi alla produzione e sulle vendite al dettaglio nella zona euro, rispettivamente in crescita dello 0,8% e invariate. Negli Usa gli ordini industriali sono saliti oltre le attese, mentre gli ordini di beni durevoli sono stati rivisti al ribasso.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund risale in area 233 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,63 per cento.
Tra le materie prime l’oro resta in area 1.246 dollari l’oncia, mentre le quotazioni del petrolio invertono la rotta e prendono la via del ribasso, rispettivamente a 73,1 e 77,1 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano soprattutto PRYSMIAN (+3,8%), TELECOM ITALIA (+3,3%), UNIPOLSAI (+3,2%) e UNICREDIT (+3%).
Ancora vendite su MEDIASET (-2,6%) e su RECORDATI (-4%), dopo i dubbi espressi da alcuni analisti sul prezzo dell’offerta del fondo CVC per rilevare la quota di controllo della società.