Banca d’Italia, al termine dell’ultima ispezione su Unipol Banca avvenuta nel 2017, avrebbe chiesto la possibilità di valutare un’aggregazione con altri istituti di maggiori dimensioni.
Secondo quanto riportato dalla stampa, nel corso dell’ultima visita avvenuta l’anno scorso in Unipol Banca e il cui rapporto era stato consegnato lo scorso novembre 2017, l’autorità di vigilanza avrebbe evidenziato delle criticità sui processi relativi alla concessione del credito e sui sistemi di controllo e governo del rischio di credito.
In risposta ai suddetti rilievi, Unipol e UnipolSai, azionisti rispettivamente con il 57,75% e il 42,25% di Unipol Banca, hanno poi varato la creazione di una bad bank in cui far confluire i 2,94 miliardi di Npl in capo alla controllata bancaria, separandoli dagli asset in bonis. Tutto ciò poi è diventato effettivo dal 1° febbraio, con i crediti deteriorati che sono stati trasferiti ad una newco costituita ad hoc, UnipolRec.
Lo stesso Ad di Unipol, Carlo Cimbri, nei mesi scorsi aveva dichiarato che Unipol Banca era potenzialmente aggregabile una volta completata la pulizia dell’attivo.
Intorno alle 10:30 le azioni Unipol segnano un rialzo dell’1% a 3,35 euro, mentre il titolo UnipolSai sale dell’1,5% a 1,93 euro.