Mercati Usa, un primo semestre in netta controtendenza

La Borsa Usa continua la corsa e da inizio anno festeggia il rialzo dei suoi principali indici che va dal +1,5% dell’S&P500 al +8,7% del Nasdaq, passando dal +8,1% del Russel 2000. Unica nota stonata il Dow Jones, che nel 2018 ha perso il 2,2 per cento.

La spinta maggiore è arrivata dai titoli tecnologici con Amazon, Netflix, Microsoft ed Apple che hanno contribuito all’84% della crescita dell’S&P500.

Le performance americane sono in controtendenza rispetto agli altri mercati, in particolare quelli emergenti, con un bilancio complessivo mondiale che vede una perdita di quasi 10 trilioni di dollari dal picco di gennaio.

La chiusura di Wall Street in concomitanza con la celebrazione della festa dell’Indipendenza è l’occasione per un bilancio delle principali asset class nei primi sei messi dell’anno.

Partiamo ad elencare i principali risultati partendo dai più negativi ai più positivi, in considerazione dell’andamento altalenante di molti settori.

I PEGGIORI

  • Bitcoin realizza il peggior inizio anno di sempre
  • Banche tedesche al minimo dal 1988
  • Onshore Yuan peggior trimestre dal 1994
  • Peso Argentino con inizio peggiore dal 2002
  • Mercati azionari mondiali con performance più modesta dal 2010
  • Mercato azionario cinese con peggiore semestre iniziale dal 2010
  • Mercati emergenti, oro ed argento con peggiore performance dal 2013

I MIGLIORI

  • Tecnologia azionaria USA al miglior avvio annuo rispetto ai titoli finanziari dal 2009
  • Dollar Index realizza il migliore trimestre dagli ultimi tre mesi del 2016
  • Petrolio al miglior ultimo mese
    dall’aprile 2016.

Difficile rendersene conto, visto la discesa controllata di molte piazze, ma i mercati azionari mondiali hanno bruciato quasi 10 trilioni di dollari di capitalizzazione dal picco dello scorso gennaio, anche a causa della magra performance dei titoli finanziari zavorrati dalle difficoltà dei mercati emergenti.

Il settore tecnologico ha salvato Wall Street dal mettere a segno il peggior inizio dal 2010, grazie ai flussi in entrata nel comparto che hanno raggiunto i 37 miliardi di media mensile, il doppio rispetto allo scorso anno e dieci volte la media degli ultimi quindici.

In questo contesto, Amazon da sola con il suo +45% ha contribuito al 36% di incremento di circa l’1,5% di crescita dello S&P 500 da inizio anno.

Sommando la performance di Amazon a quelle di Microsoft, Netflix ed Apple si arriva all’84% della performance dell’indice.

Infine, anche la volatilità si è impennata, pur rimanendo ad un livello storicamente assai moderato rispetto al primo decennio del nuovo secolo.