Dalla lettura del report della sezione di Confindustria Assopellettieri, relativo ai dati Istat dell’andamento del settore della pelletteria italiana nei primi tre mesi 2018, emerge una crescita del fatturato del 7,2% a 2 miliardi. In calo invece del 3,6% le quantità, un dato che evidenzia una preferenza da parte dei clienti esteri del made in Italy a maggior valore aggiunto.
Le importazioni da gennaio a marzo sono a loro volta aumentate del 12% a 762 milioni, con il saldo commerciale in attivo per 1,24 miliardi.
A livello merceologico, oltre il 70% dell’export riguarda borse e piccola pelletteria. A prediligere questa categoria di prodotti sono i consumatori svizzeri, con circa 450 milioni di acquisti, in aumento del 21,7 per cento.
Il secondo buyer è la Francia con una quota sul totale del 10% a 207 milioni, in aumento del 9,7% rispetto al pari periodo dello scorso anno. Sul gradino più basso del podio Hong Kong con una quota dell’8% a 165 milioni di importazioni (-6%). Gli Stati Uniti sono al quarto posto con 145 milioni (-2,5%) e il Giappone al quinto con una quota del 6%, nonostante la contrazione del 6,6% degli acquisti a 129 milioni.
Tra i primi 15 buyer spiccano per dinamismo Germania (+14,6%), Cina (+22%) e Paesi Bassi (+33%). Delude la Russia (-7%), che interrompe la parziale ripresa del 2016 e 2017.
Per quanto riguarda i consumi interni, nel primo trimestre 2018 restano invariati, a livello di quantità, rispetto allo stesso periodo del 2017, mentre la spesa diminuisce in valore del 4,9%, confermando un trend già manifestatosi alla fine del 2017 e del 2016. I segmenti che, invece, mostrano un incremento della spesa degli italiani sono valigie, zaini e portafogli. Le borse, su cui si concentra la maggior parte degli acquisti di pelletteria, accusano un -6,4% in valore.