Una gestione quantitativa, basata su algoritmi che permettano di selezionare le azioni con le migliori potenzialità nel panorama mondiale, per costruire un portafoglio in grado di estrarre tutte le migliori opportunità dei mercati. È questo l’innovativo stile di gestione di LUX IM World Equities, il comparto della Sicav Lux Im lanciata da Banca Generali, che lavora sulla base di un modello elaborato internamente dalla banca stessa. Il gestore Gianmarco Stanga spiega come funziona il sistema e quali sono le strategie in questa fase di mercato.
Una enorme potenza di calcolo e complessi algoritmi che analizzano 72 fattori relativi all’universo delle società quotate sulle Borse mondiali per stabilire con rigore e precise metodologie quali sono i titoli migliori, che rispettano i criteri prefissati e sui quali vale la pena di investire.
Un approccio totalmente bottom-up, cioè che va a misurare e pesare le singole variabili delle aziende, la loro capacità di crescere e di generare utili, per poi arrivare a costruire il portafoglio. Nella convinzione che le dinamiche dell’economia nel suo complesso partano dai fondamentali di ogni singola azienda.
È questo l’innovativo sistema di gestione seguito da LUX IM World Equities, il comparto della Sicav Lux Im lanciata da Banca Generali e che viene gestita da Gianmarco Stanga, che fa parte del team della banca italiana guidato in Lussemburgo da Marco D’Orazio e che ha messo a punto il complesso sistema quantitativo di analisi.
Market Insight ha chiesto al gestore di spiegare qual è l’architettura e quali sono criteri alla base dell’innovativa strategia di gestione e, alla luce del proprio modello, quali sono le scelte di portafoglio correnti.
Strategie che vengono sempre soppesate e confrontate con i driver del periodo individuati dal comitato investimenti in una dialettica che cerca di trarre il meglio dell’analisi quantitativa unita all’esperienza e alla professionalità dei gestori.
Cosa caratterizza l’approccio di questo fondo?
Si tratta di un comparto gestito sulla base di una tecnica quantitativa che segue un modello elaborato internamente da noi sulla scia dell’esperienza di successo applicata in passato al comparto Lux Im European Equities. Ora abbiamo allargato l’universo analizzato alle azioni di tutto il Mondo.
Quali sono gli elementi sui quali fondate la vostra analisi?
Abbiamo individuato 72 fattori che vanno a testare quali società hanno le potenzialità di garantire extra rendimenti. Tramite l’analisi dei dati riusciamo a dare un rating ai diversi titoli classificandoli secondo le loro capacità di crescita. Riusciamo ad enucleare le eccellenze all’interno dell’universo dei titoli potenziali.
Possiamo suddividere gli elementi che andiamo ad analizzare sulla base di quattro tipologie di criteri fondamentali. Le variabili value, come il free cash flow, quelle growth, come la crescita degli utili, quelle quality, che vanno cioè a misurare la solidità patrimoniale di una azienda e quindi per esempio il livello di indebitamento, e infine quelle legate al momentum, che rilevano gli scostamenti dei titoli.
L’analisi e l’elaborazione di questi fattori ci porta a una selezione di titoli che costituisce la base della costruzione del portafoglio. Ma le scelte di gestione non avvengono in modo puramente automatico.
E cioè?
I risultati dell’analisi vengono dinamicamente confrontati con la visione che emerge dal comitato investimenti. Nella maggior parte dei casi i due approcci convergono perché i macro fenomeni vengono proprio dalla somma degli andamenti micro delle singole aziende ma vi sono situazioni particolari, per esempio nei casi di svolte cicliche, in cui entrano in gioco variabili esogene.
E qui fa gioco il confronto con la visione del mercato che emerge dal comitato degli investimenti. In alcuni casi quindi si interviene per dare più peso nel modello alle variabili considerate più importanti nella specifica fase. Arricchendo quindi l’approccio quantitativo con una valutazione professionale.
Ogni quanto rivedete il portafoglio?
Noi monitoriamo il portafoglio ogni giorno. Il sistema ci fornisce la dinamica dei principali ratio e dei cambiamenti in atto con una rappresentazione storica e prospettica. Interveniamo solo in caso di segnali particolari. Una volta al mese, invece, si procede all’analisi e ribilanciamento del portafoglio.
Quali indicazioni di tendenza emergono dai vostri modelli in questa fase?
Dopo il rally dei primi mesi dell’anno gli indicatori segnalavano una maggiore volatilità. Abbiamo quindi ridotto l’esposizione in azioni con delle prese di profitto che hanno portato il peso complessivo del comparto dal 96% all’85%. All’interno di questa quota circa il 5% è rappresentato da fondi che investono nei settori della robotica e dell’healthtech. La restante parte è in cash.
Quindi ultimamente abbiamo fatto scelte un po’ più difensive come asset allocation e come settori sui quali abbiamo una maggiore esposizione.
Quali sono i settori su cui avete puntato?
Abbiamo aumentato il peso dei comparti difensivi come healthcare e utility perché i nostri modelli indicavano la crescita del momentum su questi titoli anche perché il rapporto rispetto ai ciclici era ai minimi.
Tuttavia i due settori su cui siamo più sovrappesati sono quello tecnologico, perché continua ad evidenziare un’ottima crescita degli utili, e quello del consumer discretionary, in questo caso privilegiando le azioni delle società che mostrano un’ottima generazione di cassa.
All’interno di questo comparto abbiamo azioni di società che operano nel settore dei viaggi, di catene alberghiere, di compagnie aeree e di gruppi legati allo spostamento di merci e persone. Siamo invece sottopesati nel settore finanziario.
Non vedete una ripresa dei titoli bancari?
Noi abbiamo una visione globale per cui bisogna vedere nello specifico. Abbiamo investito in alcuni titoli di Paesi emergenti e in alcuni americani. E poi in altri legati al comparto dei servizi finanziari e del real estate che presenta una elevata generazione di flussi di cassa.
Per quanto riguarda le banche europee, invece, non riteniamo vi sia un momentum interessante. Non è prevista una rapida ripresa dei tassi d’interesse che rimarranno ancora bassi a lungo, mentre le problematiche regolamentari e legate alla Mifid 2 possono comportare costi aggiuntivi.
Quali sono gli strumenti finanziari su cui investite?
Il fondo è focalizzato su azioni e strumenti derivati. Abbiamo poi la possibilità di investire una percentuale fino a un massimo del 30% in fondi specializzati, permettendo di spingere più su alcune tematiche in alcune fasi. Il nostro team in Lussemburgo, grazie anche all’expertise derivante dall’attività di selezione fondi per BG Selection, è in grado di scegliere i migliori prodotti sul mercato in segmenti specifici.
In quel caso la selezione dei titoli di quell’asset è demandata al gestore specializzato. Questa componente ha una funzione di decorrelazione di una parte del portafoglio e quindi di stabilizzazione della performance.