Obbligazioni – Quadro solido dai verbali della Fed

Guardando ai rendimenti dei titoli governativi europei e americani all’apertura di stamane, si riscontrano livelli pressoché identici a quelli rilevati 24 ore prima. Quasi completamente rientrata, quindi, la volatilità che aveva colpito i Btp nella sessione pomeridiana.

Anche il dollaro si riposiziona completamente in range e, per finire, gli spread degli high-yield prendono una boccata di ossigeno, scendendo di circa cinque centesimi.

Sebbene siano definitivamente entrate in vigore le tariffe commerciali verso la Cina e le contromisure di ritorsione di quest’ultima verso gli Usa, i mercati sono convinti degli effetti limitati di una schermaglia che troverà una soluzione di compromesso.

Questa lettura discende, forse, anche dall’analisi dei verbali della Fed, dove non trapela nulla di nuovo se non una condivisione ancora più omogenea dei membri del Committee sulle previsioni di crescita, livelli di occupazione e tasso d’inflazione nel triennio e più a lungo. Come dire che l’impatto reale previsto dagli economisti della Fed del logorante battibecco sul fronte degli scambi internazionali è ancora considerato “trascurabile”
(quanto meno sull’economia Usa).

Bisogna sempre sottolineare che si tratta di un’interpretazione indiretta, contrariamente alle preoccupazioni esplicite pronunciate sul tema dalla Bce.

Il clima di maggiore ottimismo è comunque rafforzato in Europa dal dato molto positivo (nell’entità e rispetto alle previsioni) della produzione industriale mensile tedesca e di quello di pochi minuti fa sulle vendite al dettaglio italiane, anch’esse in crescita dopo due mesi di segni col meno davanti.