Seduta positiva per le Borse europee, sostenute anche dall’andamento tonico di Wall Street. A Piazza Affari il Ftse Mib archivia le contrattazioni in rialzo dello 0,5% a 22.033 punti, pressoché in linea con il Dax di Francoforte (+0,4%), il Ftse 100 di Londra (+0,9%), il Cac 40 di Parigi (+0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%).
Oltreoceano gli indici americani guadagnano tra lo 0,5% e l’1%, con gli investitori che accantonano momentaneamente le tensioni commerciali e attendono l’avvio della nuova stagione di trimestrali a fine settimana.
Focus di giornata sull’intervento di Mario Draghi davanti alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento Europeo, in cui il numero uno dell’Eurotower ha messo in chiaro che la Bce lascerà i tassi invariati almeno fino all’estate del 2019. Il presidente ha poi affermato che la fiducia sulla dinamica dell’inflazione sta aumentando e ha assicurato che la fine degli acquisti a dicembre 2018 non rappresenta il termine della politica monetaria espansiva. Draghi ha inoltre chiesto all’Europa di rimanere unita di fronte alle incertezze internazionali, con particolare riferimento al protezionismo e ha sottolineato che l’unione monetaria è ancora incompleta e vulnerabile.
L’euro resta a 1,175 dollari, con il biglietto verde ancora parzialmente frenato dal job report americano di venerdì. Inverte la rotta la sterlina dopo gli acquisti della mattinata, in seguito alle dimissioni di David Davis, segretario di Stato britannico per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Davis è un convinto sostenitore dell’hard Brexit e non ha apprezzato la linea soft tenuta da Theresa May nei rapporti con l’Ue, pertanto ha ritenuto impossibile proseguire nel suo incarico dopo l’accordo approvato venerdì dal governo, che verrà presentato oggi in Parlamento. La valuta britannica scende così a 1,325 dollari e il cambio con l’euro risale a 0,887.
Tra le materie prime l’oro approfitta del deprezzamento della valuta americana per superare i 1.260 dollari l’oncia, mentre le quotazioni del petrolio Wti e Brent si attestano rispettivamente a 73,6 (-0,3%) e 78 (+1,2%) dollari al barile, con gli investitori che guardano a una possibile insufficienza della produzione a fronte delle difficoltà in Venezuela e Libia e delle tensioni fra Stati Uniti e Iran.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del decennale italiano si riduce leggermente al 2,67%, diminuendo il differenziale con il Bund tedesco a 236 punti base.
Tornando al Ftse Mib, buona performance di SAIPEM (+3,9%), sostenuta in parte anche dalla rinnovata fiducia di Morgan Stanley sulle Oil Service in vista dei risultati semestrali, con la conferma del rating ‘overweight/attractive’ e target price a 5,80 euro per il gruppo guidato da Stefano Cao.
Acquisti su PRYSMIAN (+3,6%), TENARIS (+2,6%) e su MEDIASET (+2,8%), che tenta il recupero dai minimi del 2018 toccati a inizio luglio. Sottotono FERRAGAMO (-1,7%), CAMPARI (-1,4%), UNIPOL (-1,1%) e le utilities.