Raffaele Mincione, azionista di Carige con una quota del 5,4%, ha inviato una lettera al board dell’istituto per chiedere la convocazione dell’assemblea per il prossimo settembre, inserendo nell’ordine del giorno la revoca dello stesso e la contestuale nomina di un nuovo cda.
“Ho preso questa decisione come atto dovuto per tutelare il corretto proseguimento del piano di crescita e il futuro sviluppo di Banca Carige, con l’obiettivo di difenderne il valore”, ha sottolineato Mincione.
“Ritengo, infatti, – ha proseguito il finanziere – “che la situazione a livello di governance sia repentinamente peggiorata e sia venuto a mancare il contesto favorevole affinché il management possa portare avanti le azioni già avviate e necessarie alla ristrutturazione della banca, quelle stesse approvate e auspicate anche dalla Bce e dalla Banca d’Italia”.
Il tutto nel giorno in cui il board si riunirà per fare il punto sul governo societario, dopo gli ultimi scossoni che hanno portato alle dimissioni nelle ultime due settimane del presidente Giuseppe Tesauro e dei consiglieri indipendenti Stefano Lunardi e Francesca Balzani per divergenze con l’Ad Paolo Fiorentino sulla governance della banca e sulla gestione della stessa.
Lo stesso Ceo la settimana scorsa aveva mandato messaggi rassicuranti sul fatto che l’implementazione del piano sta procedendo come previsto e che le dimissioni in cda non avrebbero rallentato il processo.
Al momento la carica di presidente è ricoperta ad interim da Vittorio Malacalza, vice presidente (come previsto dallo statuto) dell’istituto ligure e primo azionista con un quota poco sopra il 20 per cento.
Si ricorda che il prossimo 3 agosto il board approverà i conti semestrali e in quell’occasione potrebbe essere convocata l’assemblea per il mese di settembre. Le ultime indiscrezioni di stampa riportano che il consigliere Giuseppe Pericu potrebbe essere designato come nuovo presidente.
Bisognerà anche vedere quale sarà la posizione che assumeranno gli altri principali azionisti, Gabriele Volpi (che detiene il 9,1%) e la Sga (cui fa capo il 5,4%).
Sulla questione relativa alla governance hanno acceso un faro anche Bce e Consob.
Le incertezze sull’assetto di governo continuano a frenare il titolo, che a circa un quarto d’ora dall’inizio delle contrattazioni a Piazza Affari cede l’1,2% a 0,0083 euro.