Chiusura contrastata per le Borse europee, mentre Wall Street viaggia poco sopra la parità. A Piazza Affari il Ftse Mib termina a +0,1% e si mantiene sopra i 22 mila punti (22.057), frenato da banche e Telecom Italia (-2,5%). Poco mosso anche il Ftse 100 di Londra (+0,1%), in rialzo Cac 40 di Parigi (+0,7%) e Dax di Francoforte (+0,7%), negativo l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%).
Gli indici americani mostrano guadagni entro il mezzo punto percentuale, dando seguito al trend positivo avviato venerdì dopo i dati sul mercato del lavoro. Accantonate momentaneamente le tensioni commerciali, gli investitori cominciano a concentrarsi sulla nuova stagione di trimestrali in arrivo venerdì negli Stati Uniti, con i conti di due colossi come JP Morgan e Citigroup.
In mattinata è stato diffuso l’indice Zew tedesco di luglio, risultato sotto le attese, così come la produzione industriale e manifatturiera di maggio di Francia e Regno Unito, mentre in Italia lo stesso dato ha segnato un recupero dello 0,7% mensile.
Dati che nel complesso penalizzano l’euro, in flessione a 1,174 dollari. La moneta unica aveva trovato sostegno ieri nelle parole di Mario Draghi, che ha richiamato l’Unione alla coesione e alla condivisione dei rischi, unica barriera contro il protezionismo, e ha riaffermato con decisione la volontà di mantenere i tassi fermi fino almeno all’estate del 2019. In lieve rialzo oggi i rendimenti obbligazionari, con il Btp decennale al 2,66% e lo spread dal Bund a 234 punti base. Da segnalare inoltre le parole del ministro per le Politiche Comunitarie, Paolo Savona, che durante un discorso in Parlamento ha affermato che “le autorità di governo devono essere in grado di far fronte a qualsiasi situazione perché altri possono decidere l’uscita dell’Italia dall’euro”.
In progresso la sterlina, in area 1,328 dollari e a 0,884 nei confronti dell’euro, dopo le dimissioni del ministro degli Esteri, Boris Johnson, che seguono quelle di David Davis, entrambi contrari alla linea soft tenuta dal premier Theresa May nelle contrattazioni con l’Ue per la Brexit.
Tra le materie prime l’oro arretra nuovamente a 1.254 dollari l’oncia, mentre avanzano le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 74 e 78,7 dollari al barile.
A Milano gli acquisti premiano FERRAGAMO (+3%), dopo che Jefferies ha migliorato la raccomandazione a ‘hold’ con target price invariato a 19 euro. In evidenza pure BREMBO (+2,7%), RECORDATI (+2,5%) e CNH (+2,3%). In coda al Ftse Mib TELECOM ITALIA (-2,5%), su cui Ubs ha tagliato la raccomandazione da ‘neutral’ a ‘sell’. In calo i bancari INTESA SANPAOLO (-1,6%), UNICREDIT (-1,6%), UBI (-1,5%) e BPER (-1,9%).