La prossima assemblea dei soci di Carige, che sarà convocata ufficialmente a settembre (indicativamente tra la terza e la quarta settimana) dal cda del prossimo 3 agosto che approverà anche la semestrale, rappresenterà uno snodo fondamentale per l’immediato futuro della banca ligure.
Il colpo di coda effettuato ieri da Raffaele Mincione, che detiene il 5,4% del capitale, potrebbe creare nuovi equilibri nell’azionariato. Nel frattempo il titolo viaggia in controtendenza a Piazza Affari, registrando intorno alle 11:00 un rialzo del 3,6% a 0,087 euro, a fronte di un indice di settore in calo dell’1,6 per cento.
Il finanziere ha chiesto di inserire nell’ordine del giorno la revoca dell’attuale board (in scadenza nella primavera del 2019) e la contestuale nomina di uno nuovo, poiché “la situazione a livello di governance sia repentinamente peggiorata e sia venuto a mancare il contesto favorevole affinché il management possa portare avanti le azioni già avviate e necessarie alla ristrutturazione della banca, quelle stesse approvate e auspicate anche dalla Bce e dalla Banca d’Italia”.
Nei giorni scorsi avevano rassegnato le dimissioni il presidente Giuseppe Tesauro e i consiglieri indipendenti Stefano Lunardi e Francesca Balzani (queste ultime con efficacia dopo l’assemblea), a causa delle divergenze in tema di governance e gestione della banca con il Ceo Paolo Fiorentino. L’Ad aveva comunque cercato di rassicurare sul fatto che questa situazione non avrebbe rallentato la prosecuzione del de-risking e delle cessioni degli asset non core.
In tale contesto bisognerà vedere come intendono muoversi i principali azionisti dell’istituto ligure, a partire dal primo socio Vittorio Malacalza (cui fa capo il 20,6% del capitale con l’autorizzazione a salire fino al 28%) che ha appena assunto ad interim la carica di presidente e che non vorrebbe perdere il ruolo di dominus di Carige, passando per lo stesso Mincione (che dal 5,4% attuale è autorizzato a salire fino al 9,9%).
Senza contare le prese di posizione che assumeranno gli altri due soci rilevanti, Gabriele Volpi (titolare di una quota del 9,1%) e la Sga (che detiene il 5,4%).
Secondo rumor di stampa, Mincione starebbe sondando sia lo stesso Volpi sia alcuni fondi di investimento per una possibile alleanza. Anche Malacalza potrebbe tentare di cercare l’appoggio di altri azionisti, sebbene al momento le indiscrezioni vedono questa possibilità molto remota.
L’obiettivo di Mincione sarebbe quello di condurre l’istituto verso l’aggregazione con un altro istituto di maggiori dimensioni, di cui non ha mai fatto mistero sul considerarla imprescindibile per il futuro dell’istituto.
Anche l’Ad Fiorentino ha fatto presente che l’istituto vuole farsi trovare pronto a fine anno in caso di m&a, dopo avere portato a termine il miglioramento della qualità dell’attivo e la dismissione delle attività non strategiche, rilanciandone al contempo la redditività.