Giornata negativa per i listini azionari internazionali, penalizzati dagli ultimi sviluppi della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti. Dopo le piazze asiatiche le vendite investono anche le Borse europee e intorno alle 12:15 i principali indici del Vecchio Continente si attestano tutti in territorio negativo. Sottotono il Ftse Mib di Milano (-1,6%), ma anche il Dax di Francoforte (-1,4%), il Ftse 100 di Londra (-1,2%), il Cac 40 di Parigi (-1,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,2%). Oltreoceano i futures di Wall Street viaggiano in ribasso di circa un punto percentuale, preannunciando un avvio negativo anche per i listini a stelle e strisce.
A riaccendere le tensioni commerciali le parole del portavoce del commercio americano Robert Lighthizer, che ha minacciato l’introduzione di dazi del 10% su altri 200 miliardi di prodotti di importazione cinese. Una misura indirizzata anche verso i beni di consumo e che dovrà essere confermata entro il 30 agosto, al termine di un apposito periodo di consultazione.
Immediata la reazione della Cina, che ha definito “totalmente inaccettabile” la decisione degli Stati Uniti e ha intenzione di rivolgersi all’Organizzazione Mondiale del Commercio per chiedere collaborazione e salvaguardare il libero scambio, anche se le tempistiche lasciano spazio per una negoziazione.
Pochi spunti in mattinata dall’agenda macroeconomica, in attesa dei dati del pomeriggio sui prezzi alla produzione americani, in vista di quelli di domani sui prezzi al consumo. Venerdì invece l’attenzione si sposterà sulla nuova stagione di trimestrali, con i conti di JP Morgan e CitiGroup.
Nel frattempo, in Europa, prendono il via oggi due importanti vertici politici, quello di Innsbruck in cui i ministri degli interni europei affrontano la questione migranti e quello della Nato a Bruxelles, dove il Presidente Trump reclamerà ancora una volta un maggiore impegno economico dei paesi dell’alleanza.
Le rinnovate tensioni commerciali favoriscono gli acquisti sul dollaro, consentendo al cambio con l’euro di scendere in area 1,17 e a quello tra il biglietto verde e lo yuan cinese di risalire a 6,673. In ascesa anche il dollaro/yen, che torna a quota 111,2.
Movimenti contenuti sull’obbligazionario, dove il rendimento del Btp decennale naviga in area 2,67% mantenendo lo spread con il Bund intorno ai 231 punti base.
Segni rossi tra le materie prime, con le quotazioni del petrolio e dell’oro penalizzate anche dal rafforzamento della valuta americana. Wti e Brent calano rispettivamente a 73,6 e 77,5 dollari al barile, in attesa dei dati settimanali sulle scorte Usa che verranno diffusi nel pomeriggio dall’Eia, mentre l’oro arretra a 1.250 dollari l’oncia.
A Milano le vendite investono la quasi totalità delle big cap, eccetto LEONARDO (+0,4%), sostenuta dalla notizia secondo cui il Qatar sta cercando di raccogliere 4 miliardi di dollari per finanziare l’acquisto dei 24 Eurofighter Typhoon ordinati lo scorso dicembre. Il valore del contratto, subordinato alle condizioni di finanziamento ed al ricevimento del primo pagamento attesi per la prima metà del 2018, ammonta a circa 5 miliardi di sterline, 5,6 miliardi di euro al cambio corrente.
Poco mossa anche CAMPARI (+0,3%), limitano i danni le utilites. In fondo al listino principale scivolano TENARIS (-5,4%) penalizzata dal downgrade a “neutral” da parte di Credit Suisse e CNH (-4,5%), dopo l’inclusione dei cereali nella lista dei prodotti individuati dagli Usa per le nuove tariffe.