Banco Bpm ha ricevuto ieri le offerte non vincolanti relative per i 3,5 miliardi di Npl restanti che la banca ha messo in vendita per completare la dismissione dei complessivi 13 miliardi pianificati.
Secondo rumor di stampa, le proposte sarebbero arrivate da una cordata formata da Tpg, Davidson Kempner e Prelios, da Fonspa in tandem con Elliott, da Varde insieme al servicer Guber, da un consorzio di cui fanno parte Pimco con Phoenix Asset Management, da Cerberus e dalla coppia doBank-Fortress (a cui potrebbe essersi aggiunta la Spaxs di Corrado Passera). Non è chiaro, invece, se il consorzio composto da Crc e il servicer Fire abbia presentato un’offerta.
Non è da escludere siano arrivate offerte per un pacchetto ben superiore, tra gli 8 miliardi e i 9,5 miliardi, importo quest’ultimo molto vicino allo stock totale (poco più di 10 miliardi), a cui è stata associata una proposta anche per la maggioranza della piattaforma di gestione.
Inoltre, secondo altri rumor, l’istituto di piazza Meda avrebbe chiesto un’offerta separata per un portafoglio da 800 milioni relativo a crediti in leasing.
Nei giorni scorsi Giuseppe Castagna, Ad di Banco Bpm, aveva affermato: “Speriamo entro l’estate di potervi dare un’idea se assieme ai 3,5 di Npl va anche la piattaforma. È molto probabile che se sono solo 3,5 miliardi (di Npl) la piattaforma non vada. Se invece ci sono offerte più interessanti per cedere gran parte dello stock, ci pensiamo”.
I vertici della banca in due/tre settimane arriveranno a una short list di almeno due/tre consorzi con cui negoziare, per poi avviare dopo l’estate la due diligence sul portafoglio e raggiungere l’intesa definitiva entro fine 2018. Il punto della situazione potrebbe essere fatto nel board fissato per il prossimo 3 agosto, che approverà anche la semestrale.
Intorno alle 09:50 a Piazza Affari il titolo segna un rialzo dell’1,1% a 2,66 euro, mentre l’indice di settore cede lo 0,2 per cento.