Le Borse europee si avviano verso il giro di boa con variazioni contenute, mentre tra i futures americani avanza solo il derivato sul Nasdaq.
A mezzogiorno il Ftse Mib cede lo 0,3%, in rimonta rispetto all’apertura dopo le smentite di una frattura tra il ministro Tria e il governo. Anche sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund si ridimensiona leggeremente a 221 punti base con il rendimento del decennale italiano in area 2,55%, seppur ancora in aumento di 5 bp rispetto alla vigilia.
Scambiano intorno alla parità il Dax di Francoforte (+0,1%), il Ftse 100 di Londra (+0,2%), il Cac 40 di Parigi (+0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%).
Sul Forex l’euro/dollaro risale a 1,166 con il biglietto verde frenato dalle critiche di Trump all’operato della Fed. Il presidente americano, infatti, non gradisce l’apprezzamento del dollaro e ha mostrato preoccupazione per la politica di graduale rialzo dei tassi della banca centrale americana, ritenuta pericolosa per il mantenimento dell’attuale robusta crescita che gli garantirebbe, al momento, un sicuro successo alle elezioni di medio termine del prossimo autunno.
Argina le perdite anche il cambio dollaro/yuan a 6,77, dopo aver toccato i minimi dell’ultimo anno, in scia alle indiscrezioni di alcuni trader secondo cui una primaria banca cinese starebbe piazzando grossi ordini di vendita in dollari.
Tra le materie prime rifiata il petrolio, con Wti e Brent in lieve rialzo rispettivamente a 69,7 e 73,2 dollari al barile, sostenuti dalle smentite provenienti dall’Arabia Saudita, leader di fatto dell’Opec, su un possibile incremento della produzione. Oro in leggera risalita a 1.225 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari, ancora vendite su BUZZI UNICEM (-2,5%), già maglia nera del Ftse Mib ieri in scia alle preoccupazioni per un possibile rallentamento del mercato immobiliare negli Usa.
Ritraccia FCA (-2,2%), sostenuta ieri dai dettagli sullo scorporo di Magneti Marelli, e altri titoli della galassia Agnelli come FERRARI (-1,8%) ed EXOR (-1,5%). Deboli le banche e TELECOM ITALIA (-0,3%) dopo i risultati in linea con le attese di Tim Brasil e le dimissioni di Stefano De Angelis dal ruolo di Ceo della controllata carioca.
In controtendenza RECORDATI (+3,2%), che beneficia dell’upgrade di Goldman Sachs da ‘neutral’ a ‘buy’ con target price alzato dal 31 a 36 euro. Ben intonati anche CAMPARI (+1,1%), LUXOTTICA (+1,1%), in lieve rialzo petroliferi e utilities.