Il Ftse Italia Banche chiude l’ottava con un ribasso dell’1,8% e sotto-performando di oltre un punto percentuale l’analogo europeo (-0,4%), frenando anche il Ftse Mib (-0,4%). Gli investitori preferiscono al momento mantenere una posizione di attesa in vista della legge di bilancio che il Governo approverà tra settembre e ottobre, da cui sarà possibile avere un quadro più chiaro su come lo stesso intende perseguire la crescita assicurando al contempo la graduale riduzione del debito pubblico.
Inoltre, sullo sfondo permangono sempre le incertezze generate dall’escalation delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e i principali partner a suon di minacce reciproche di nuovi dazi.
In tale scenario prevalgono i realizzi sul comparto bancario, in attesa che a breve entri nel vivo la stagione dei conti relativi al secondo trimestre.
Le vendite penalizzano quasi tutti i tioli del listino principale, con Ubi (+1,5%) controcorrente, sostenuta anche dalla conferma del ‘buy’ da parte di Société Générale con target price a 5 euro e la cui jv cinese (partecipata al 25%) Zhong Ou Asset Management è stata selezionata come gestore di uno dei quattro nuovi fondi di liquidità offerti dalla piattaforma di wealth management di Alibaba. Tiene botta Mediobanca (+0,2%).
In rosso Mps (-0,8%), con il mercato che resta in attesa del primo faccia a faccia tra i vertici della banca e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e con la banca che nel frattempo ha ricevuto dal Mef la garanzia pubblica (Gacs) sui titoli senior emessi nell’ambito della cartolarizzazione dei 24,1 miliardi di Npl.
Realizzi su Credem (-1,1%), mentre gli acquisti premiano Popolare Sondrio (+0,4%), che resta in attesa dell’udienza cautelare del Consiglio di Stato sulla riforma delle popolari rinviata al 31 luglio. Settimana negativa per Creval (-2,9%), che nelle ultime sedute ha vanificato il tentativo di rimbalzo effettuato tra la fine dell’ottava precedente e quella appena archiviata.
Tra le Small Cap arretra Carige (-1,1%), mentre si accentua la disputa tra Vittorio Malacalza, primo azionista della banca con il 20,6% che ha confermato di voler lasciare il cda, e l’Ad Paolo Fiorentino. L’imprenditore piacentino sta valutando una possibile azione legale contro i vertici dell’istituto ligure. Nel frattempo, il Ceo ha fatto sapere che intende restare se ci sono i presupposti per continuare a portare avanti il piano di rilancio concordato con la Bce, con quest’ultima che monitora sempre la situazione relativa alla banca ligure. L’appuntamento clou sarà l’assemblea che si dovrebbe tenere nella terza settimana di settembre e che, probabilmente, rinnoverà il board e in vista della quale tutti i grandi azionisti si stanno muovendo.
Rallenta Banco Desio (-0,5%), dopo i rialzi seguiti alla conclusione della cartolarizzazione da 1 miliardo.