La Bce ha comunicato a Carige, con una notifica arrivata il 20 luglio, alcune decisioni che riguardano gli assetti della banca. Nel dettaglio, l’autorità di controllo di Francoforte richiede che l’istituto ligure convochi entro il 30 settembre un’assemblea per la nomina di un nuovo presidente e comunica di non approvare il piano di conservazione del capitale presentato il 22 giugno scorso, richiedendo nuovi interventi.
La notizia ha portato a una serie di vendite sui titoli a Piazza Affari, dove le azioni Carige perdono il 4,6% a 0,0082 euro. Alle 9:20 del mattino sono già passati di mano 300 milioni di pezzi, poco meno della metà del volume medio al giorno degli ultimi tre mesi, pari a 702 milioni.
Ma andiamo per ordine.
Convocazione dell’assemblea per la nomina del nuovo presidente entro il 30 settembre.
Per quanto riguarda il vertice, la Bce richiede “che il soggetto vigilato convochi un’assemblea degli azionisti allo scopo di procedere alla nomina di un nuovo presidente del consiglio di amministrazione al più tardi entro il 30 settembre 2018”.
Tale richiesta deriva dalla valutazione che “una struttura di governo pienamente funzionante è particolarmente cruciale in questo momento, alla luce della sostanziale trasformazione strategica del soggetto vigilato necessaria per assicurare l’osservanza dei requisiti di vigilanza in modo sostenibile”.
“Il governo societario del soggetto vigilato non è pienamente funzionante e rappresenta una concreta fonte di rischio reputazionale e operativo. Il funzionamento del consiglio di amministrazione ha risentito nel tempo di un elevato tasso di avvicendamento; dal 2014 la gestione esecutiva del soggetto vigilato è stata affidata a tre diversi amministratori delegati (Ad). Dei quindici membri che erano originariamente parte dell’attuale consiglio di amministrazione, nominato a marzo 2016, dieci hanno rassegnato le proprie dimissioni, principalmente a causa di divergenze interne tra gli amministratori del soggetto vigilato e i rappresentanti degli azionisti principali. La Bce ha adottato diverse misure per sottolineare l’importanza di un consiglio di amministrazione correttamente funzionante e incoraggiare il soggetto vigilato ad attivarsi al riguardo”.
“Ciò nondimeno, a seguito delle recenti dimissioni del signor Giuseppe Tesauro, il consiglio di amministrazione non ha deciso prontamente in merito a una tempistica per la nomina di un nuovo presidente”.
“In base alla valutazione della Bce, nell’attuale contesto una leadership forte è particolarmente importante per superare le divergenze esistenti e far sì che il consiglio di amministrazione si allinei alle decisioni strategiche necessarie. Ciò è altresì fondamentale per facilitare la rapida approvazione di misure di mitigazione nel caso dovessero concretizzarsi rischi di esecuzione”.
A questo riguardo, la banca conferma quanto già comunicato oralmente alla Bce nel corso di precedenti colloqui, nel senso che la convocazione di un’assemblea per la nomina del nuovo presidente sarà all’ordine del giorno, nel pieno rispetto dei termini di legge, del prossimo consiglio di amministrazione in calendario per il giorno 3 agosto.
La Bce non approva il piano di conservazione del capitale
Francoforte ha comunicato “di non approvare il piano di conservazione del capitale (capital conservation plan, Ccp) presentato dal soggetto vigilato il 22 giugno 2018”.
A tal proposito, la Bce ha fatto presente che “il soggetto vigilato non rispetta il requisito patrimoniale complessivo (richiesta complessiva di capitale Overall capital requirement, Ocr) pari al 13,125% dal 1° gennaio 2018. Nel primo trimestre del 2018, il coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) del soggetto vigilato era del 12,23%, 89 punti base sotto l’Ocr”.
“L’emissione di strumenti di capitale di classe 2 costituisce la pietra angolare del piano di conservazione del capitale aggiornato. A causa di fattori idiosincratici e di mercato, i tentativi di emissione di strumenti di capitale di classe 2 da parte del soggetto vigilato si sono rivelati un insuccesso”.
La Bce ha inoltre considerato che “nel piano di conservazione del capitale presentato il 18 aprile 2018, erano state programmate una serie di misure di riduzione dell’attività ponderata per il rischio (Rwa) (cessione di attività non strategiche, ivi incluse le attività immobiliari, la partecipazione in Autofiori e la cessione delle quote di Banca d’Italia) da eseguirsi a giugno 2018. Nessuna di tali misure è stata eseguita entro la tempistica iniziale e il piano di conservazione del capitale aggiornato ne ha rinviato la prevista esecuzione di un trimestre”.
A questo riguardo la banca, pur riservandosi di effettuare ulteriori approfondimenti e valutazioni in sede di risposta alla Bce, precisa di avere, nel corso dei primi sei mesi del 2018, dato inizio al percorso volto, da un lato, all’emissione di strumenti di capitale di classe 2 (bond subordinato) e dall’altro, alla cessione di asset non strategici quali la partecipazione in Banca d’Italia e quella in Autofiori.
Per quanto riguarda l’emissione di strumenti di capitale di classe 2 (bond subordinato), la banca non può che confermare e condividere la necessità nonché l’intenzione di procedere a dette emissioni pur ritenendo che le stesse debbano essere effettuate tenendo in dovuta considerazione le condizioni del mercato in generale ed in particolare di quello italiano, che nel corso degli ultimi mesi ha fortemente penalizzato non solo Banca Carige ma anche numerosi altri emittenti sia finanziari sia industriali che intendevano affacciarsi al mercato per reperire nuove risorse finanziarie.
Con riferimento invece all’eventuale dismissione di asset non strategici, l’istituto conferma che i processi volti alla migliore valorizzazione di tali asset sono in corso e che la banca intende portare a termine tali processi entro la fine del 2018, purché ovviamente ne sussistano le condizioni.
Presentare entro il 30 novembre un piano per ripristinare i requisiti patrimoniali anche con un’aggregazione
La Bce ha inoltre richiesto “che il soggetto vigilato presenti alla Bce al più tardi entro il 30 novembre 2018, un piano approvato dal consiglio di amministrazione per ripristinare e assicurare in modo sostenibile l’osservanza dei requisiti patrimoniali al più tardi entro il 31 dicembre 2018. Tale piano dovrebbe valutare tutte le opzioni, ivi inclusa un’aggregazione aziendale”.
“Qualora fosse perseguita una soluzione mirata a un’aggregazione aziendale per assicurare in modo sostenibile l’osservanza di tutti i requisiti patrimoniali, la Bce stabilirà un nuovo termine entro il quale al più tardi dovrà essere conseguita l’osservanza dei requisiti patrimoniali per rispecchiare le esigenze di tale operazione di aggregazione aziendale”.
Carige, nel riservarsi ogni valutazione e determinazione in sede di consiglio di amministrazione, conferma che rispetterà ogni legittima tempistica indicata da Bce, pur sottolineando che ovviamente sarà cura della banca stessa presentare le proprie osservazioni sull’intero progetto di decisione predisposto dall’Eurotower, come da prassi.