Chiusura sottotono per il Ftse Mib, che archivia le contrattazioni in calo dello 0,9% a 21.605 punti e in coda ai listini europei, con vendite soprattutto su Enel e titoli di casa Agnelli. Negativi, ma con flessioni più contenute, il Dax di Francoforte (-0,1%), il Ftse 100 di Londra (-0,3%), il Cac 40 di Parigi (-0,4%). Invariato l’Ibex 35 di Madrid, mentre Wall Street viaggia intorno alla parità.
Oltreoceano l’attenzione resta focalizzata sulla stagione di trimestrali, che vedrà in settimana i risultati dei colossi tecnologici Facebook, Amazon, Alphabet e Twitter. Sullo sfondo permangono le preoccupazioni legate al protezionismo, dopo le indicazioni emerse dal G20. I ministri finanziari hanno infatti messo in guardia contro i rischi in aumento derivanti da tensioni commerciali e geopolitiche, pur confermando il quadro di solida crescita economica globale. Moniti che seguono le minacce di Trump di ulteriori dazi e l’ennesimo attacco contro Cina e UE, ree secondo il presidente di manipolare le valute per danneggiare la competitività delle imprese statunitensi.
Da seguire in questo senso l’incontro di mercoledì fra il numero uno della Casa Bianca e il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, per scongiurare l’imposizione di tariffe sulle auto del Vecchio Continente. Giovedì il focus si sposterà sulla riunione della Bce, mentre venerdì sono attesi i dati preliminari sul Pil statunitense del secondo trimestre.
Sul Forex, il cambio euro/dollaro viaggia in area 1,171 dopo avere testato quota 1,175 in scia alle esternazioni di Trump. In rialzo lo yen, a quota 111,3 rispetto al biglietto verde e 130,3 nei confronti della moneta unica, sulle indiscrezioni di una possibile revisione della politica monetaria ultra espansiva della BoJ.
Tra le materie prime invertono la rotta le quotazioni del greggio, con Wti e Brent in lieve rialzo rispettivamente a 68,7 e 73,7 dollari al barile in scia alle crescenti tensioni tra Usa e Iran, dopo che Trump ha annunciato gravi conseguenze in caso di altre minacce verso gli Stati Uniti. Poco mosso l’oro a 1.225 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del decennale italiano risale al 2,62%, muovendosi sostanzialmente in linea con gli altri governativi e separato da un differenziale con il Bund tedesco in area 222 punti base.
Tornando a Piazza Affari, le vendite investono i titoli della galassia Agnelli dopo l’uscita di scena di Marchionne. Arretrano FERRARI (-4,9%), EXOR (-3,2%), CNH (-1,7%) e FCA (-1,5%), quest’ultima penalizzata anche dalle dimissioni di Alfredo Altavilla, responsabile dell’area Emea del gruppo.
Sottotono anche ENEL (-3,6%), che venerdì ha pubblicato il report trimestrale relativo ai dati operativi, e STM (-2,2%), dopo la buona performance della scorsa ottava.
In spolvero invece LEONARDO (+1,5%) e PRYSMIAN (+1,1%), tra i bancari acquisti su MEDIOBANCA (+1,4%), UBI (+0,6%) e UNICREDIT (+0,4%), quest’ultima sostenuta dalla decisione dell’Eba che non ha ravvisato irregolarità nella contabilizzazione dei cashes. In rialzo anche TELECOM ITALIA (+0,8%), alla vigilia del cda sui risultati del semestre.