Ottava con bilancio quasi invariato per tutti gli indici principali che limano, nell’ultima seduta, parte dei modesti guadagni realizzati ad inizio settimana complici le tensioni tariffarie e la debolezza mostrata recentemente dalla valuta cinese rispetto al biglietto verde.
Sul finale delle contrattazioni, Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq terminano invariati mentre il Russell perde lo 0,3% scendendo al di sotto dei 1.700 punti. VIX invariato a quota 12,85 punti.
L’indice dei trenta titoli principali è anche l’unico a terminare la settimana con un segno positivo (+0,2%).
I timori per le dichiarazioni di Trump sull’imposizione di nuovi dazi sull’importazioni di merci cinesi e sul desiderio di indebolire il dollaro sono stati compensati dalle positive trimestrali di Microsoft, Honeywell e Capital One mentre General Electric cede il 5% in scia al peggioramento dell’outlook per il terzo trimestre.
Nell’ultima seduta i consumi non discrezionali (+0,6%) risultano il miglior settore con otto comparti degli undici dello S&P 500 che chiudono in rosso.
Sul mercato obbligazionario, prosegue la risalita dei rendimenti dei titoli governativi con il T-Bond che si apprezza di altri cinque punti base al 2,90% ampliando di nuovo lo spread tra la scadenza biennale (2,6%) e la decennale a trenta punti base, sulla convinzione che le critiche di Trump alla Fed possano rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi di interesse americani.
Chiusura invariata per il petrolio dopo una settimana di bruschi cali.
L’oro nero termina a 68,1 dollari al barile.
Dollaro che prosegue, invece, la fase di debolezza scivolando a 1,172 rispetto alla moneta unica.