La Malacalza Investimenti ha chiesto la revoca del cda e punta alla nomina di un nuovo amministratore delegato per prendere il timone della banca.
La Malacalza investimenti, azionista di maggioranza di Carige con una quota del 20,6%, ha chiesto la convocazione dell’assemblea della banca per procedere alla revoca del cda.
Sì è arrivati quindi allo show down nello scontro che ha visto nel tempo allontanarsi sempre più le posizioni del principale socio da quelle dell’amministratore delegato Paolo Fiorentino, che aveva preso il timone della banca un anno fa proprio per scelta di Malacalza.
La tensione era salita nelle ultime settimane in cui erano state registrate le dimissioni dal consiglio per divergenze con l’amministratore delegato, prima di Giuseppe Tesauro, presidente di Carige, seguito dai consiglieri Stefano Lunardi e Francesca Balzani e infine dallo stesso vice presidente Vittorio Malacalza.
La nota della Malacalza Investimenti è arrivata dopo la lettera della Bce in cui l’organo di vigilanza comunica di non approvare il piano di conservazione del capitale e chiede alcune misure da attuare entro fine anno.
Nella propria richiesta l’imprenditore piacentino spiega che “la definizione e l’attuazione di ulteriori interventi richiesti dalla Bce non può essere guidata da chi, avendo gestito la fase precedente e avendo conseguito un giudizio della Bce di non pieno soddisfacimento dei requisiti patrimoniali fin dal 1° gennaio 2018 ha predisposto il nuovo piano di conservazione del capitale che ora la Bce mostra di non condividere”.
Malacalza sottolinea come “l’azionariato di Carige ha conferito, in esecuzione del recente aumento di capitale, l’ingente importo di circa 500 milioni, nell’affidamento che tale erogazione – unitamente alla dismissione di asset che ha comportato un rafforzamento patrimoniale di oltre un miliardo e rilevanti perdite – esaurisse le necessità della banca, secondo le rappresentazioni del management”.
L’imprenditore conclude, quindi, affermando di condividere “la valutazione della Bce circa la necessità della risoluzione dei temi di governance, al di là del giudizio sulle cause dei medesimi”.
Da qui la decisione di chiedere la convocazione dell’assemblea che prevede all’ordine del giorno la proposta di revoca di tutti i componenti dell’attuale consiglio di amministrazione e la nomina del nuovo board.
Bisognerà vedere ora quale sarà la presa di posizione della Bce, che nel proprio comunicato aveva sottolineato come punto di debolezza proprio l’elevato tasso di avvicendamento al vertice dell’istituto.