Indici che terminano vicini ai massimi intraday con modeste variazioni rispetto alla seduta precedente, ma tutti in leggero guadagno ad eccezione del Dow Jones che chiude cedendo un modesto 0,1 per cento.
Il Russell 2000 sale di un decimo di punto percentuale, di due lo S&P 500 e di tre il Nasdaq.
VIX in calo del 2% a 12,60 punti.
In after hours, balzo di Google che scavalca i 1.200 dollari per la prima volta e mette a segno il nuovo massimo storico.
Il motore di ricerca comunica risultati assolutamente straordinari che giustificano l’ulteriore corsa del titolo.
Di seguito la progressione strabiliante del fatturato realizzata dall’azienda tecnologica negli ultimi dieci anni nel secondo trimestre dell’anno.
- Q2 2018: $32.7 billion
- Q2 2017: $26.0 billion
- Q2 2016: $21.5 billion
- Q2 2015: $17.7 billion
- Q2 2014: $15.9 billion
- Q2 2013: $13.1 billion
- Q2 2012: $11.8 billion
- Q2 2011: $9.0 billion
- Q2 2010: $6.8 billion
- Q2 2009: $5.5 billion
- Q2 2008: $5.3 billion
La seduta è stata caratterizzata dalla debolezza del comparto obbligazionario che teme un calo degli acquisti di bond da parte degli investitori esteri.
Il rendimento del T-bond guadagna 7 punti base salendo al 2,97% mentre la scadenza biennale solo due al 2,62% portando lo spread tra i due a 35, livello più elevato da un mese.
Il settore finanziario (+1,3%) è stato uno dei maggiori beneficiari del “sell-off” sul debito pubblico domestico.
Avanza anche la tecnologica (+0,5%), mentre calano sia il comparto degli industriali che quello delle utilities entrambi in rosso dello 0,6%.
Petrolio in discesa di mezzo punto percentuale a 67,9 dollari al barile, dopo aver superato un guadagno intraday di oltre un dollaro al di sopra dei $69, appesantito dalle schermaglie politiche tra USA e Iran.