Saipem archivia i primi sei mesi del 2018 riportando il previsto calo a livello di fatturato, sceso a 3.798 milioni, ma confermando la solida gestione operativa che ha permesso un miglioramento della marginalità in linea con la guidance. La bottom line evidenzia invece un aumento delle perdite, imputabili principalmente a componenti one-off. A livello patrimoniale, in leggero aumento l’indebitamento finanziario netto a 1.325 milioni, che comprende investimenti per 313 milioni. Infine, confermata la guidance 2018 e approvate nuove linee strategiche per i singoli business.
Nel primo semestre i ricavi di Saipem sono diminuiti del 17,3% a 3.798 milioni, per una contrazione comune ai diversi business del gruppo ad eccezione della divisione Drilling Onshore, che ha riportato ricavi stabili a 246 milioni con un utilizzo medio degli impianti in leggero aumento al 66,7 per cento.
La divisione E&C Onshore ha invece evidenziato una riduzione del giro d’affari del 18,9% a 1.622 milioni legata ai minori volumi in Medio ed Estremo Oriente e in Africa Occidentale, mentre il Kazakhstan e il Centro/Sud America hanno penalizzato l’E&C Offshore, che ha visto il fatturato ridursi del 13,4% a 1.750 milioni.
La contrazione maggiore a livello percentuale è stata registrata dal Drilling Offshore, dove il giro d’affari si è ridotto del 31,6% a 221 milioni per effetto dell’inattività delle navi Scarabeo 5 e 8, non pienamente controbilanciato dal contributo di Scarabeo 9 tornata ad operare nel secondo trimestre.
Il portafoglio ordini è invece cresciuto a 12,6 miliardi contro i 12,4 miliardi dello scorso 31 dicembre, di cui circa il 28% da realizzarsi nel secondo semestre 2018 e il 34% nel corso del 2019, grazie all’acquisizione di circa 4 miliardi di nuovi ordini. Per il secondo semestre, la società si aspetta di raggiungere un book-to-bill superiore a 1x e cogliere alcune opportunità presenti nella pipeline, che ammonta complessivamente a 9-9,5 miliardi.
In merito alla gestione operativa, l’Ebitda adjusted è diminuito del 7,8% a 483 milioni, ma la marginalità è salita al 12,7% (+130 basis point), in linea con la guidance. Inferiore è stata la flessione dell’Ebit adjusted, calato leggermente dell’1,9% a 255 milioni, con un ros del 6,7% (+100 basis point).
Si segnala che il dato sulla redditività lorda rettificata non include il peggioramento di una commessa eseguita da una società a controllo congiunto nell’E&C Onshore, classificata tra gli oneri da partecipazione per 49 milioni.
La divisione è comunque tornato a generare profitti rispetto al pari periodo del 2017, come anche il Drilling Onshore dove si è registrato un Ebit adjusted di 9 milioni con un margine del 3,7 per cento.
Nella bottom line, il risultato netto adjusted ha evidenziato un forte calo dell’utile a 6 milioni principalmente per effetto dei sopra citati oneri relativi al peggioramento di un contratto e dell’aumento del risultato dei terzi.
Il risultato netto di competenza dei soci evidenzia invece un aumento sensibile della perdita a 298 milioni, dai 99 milioni del 1H17. Questa differenza è causata principalmente da componenti one-off maggiori rispetto all’anno precedente e generati principalmente da svalutazioni del circolante e accantonamenti legali per 51 milioni e dall’impairment per 256 milioni relativo alle rate prospettiche nel Drilling Onshore.
A livello patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto, rispetto allo scorso 31 dicembre, è aumentato a 1.325 milioni. La generazione di cassa ha comunque permesso investimenti per 313 milioni, di cui 275 milioni di dollari per l’acquisto della nave Constellation e il pagamento del debito legato al nodo arbitrale con Sonatrach.
A lato dell’annuncio dei risultati del periodo, il management ha confermato la guidance per il 2018 e delineato nuove priorità strategiche per le linee di business che vanno ad affiancare il riassetto organizzativo in corso.