Dopo lo scivolone di ieri, le azioni del gruppo recuperano terreno a Piazza Affari, con il settore auto che beneficia dell’accordo sul commercio tra Stati Uniti ed Europa siglato ieri a Washington. Intorno alle 11:30, il titolo guadagna il 4,3% rispetto al +0,8% del Ftse Mib.
Il vertice tra Donald Trump e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker si è concluso con un’intesa che da il via a una nuova fase in cui le parti si sono impegnate a non introdurre nuove tariffe, allontanando quindi lo spettro di dazi Usa sulle importazioni di auto europee.
Il titolo ieri era crollato di oltre il 15% in seguito alla revisione al ribasso della guidance 2018 dopo i deludenti risultati del secondo trimestre, nel giorno in cui si è appresa la notizia della scomparsa di Sergio Marchionne e in cui anche la concorrente General Motors ha tagliato le previsioni sull’anno.
I conti diffuso ieri hanno deluso le attese in particolare a livello di margini, complici i costi legati al lancio di nuovi prodotti in area Nafta e il calo dei volumi in Cina e di Maserati per via del cambio delle politiche tariffarie di Pechino sulle importazioni di auto a partire dal 1° luglio che hanno rimandato gli acquisti dei dealer e dei clienti finali.
Mentre l’effetto negativo in area Nafta dovrebbe scomparire già nel terzo trimestre, le difficoltà in Cina potrebbero proseguire anche nella seconda parte dell’anno con lo stesso neo ceo Mike Manley che ha ammesso la necessità di rafforzare la propria rete nel paese.
Fca ha dunque tagliato le stime 2018, prevedendo ricavi pari a 115-118 miliardi dai 125 miliardi inizialmente stimati (115,8 miliardi il consensus), un ebit adjusted pari a 7,5-8 miliardi in precedenza a 8,7 miliardi (7,9 miliardi il consensus). Rimane invariato il target sull’utile netto adjusted a 5 miliardi (in linea al consensus).
Confermati invece gli obiettivi al 2022, anche se non sono escluse eventuali revisioni in futuro dovute a un approccio più cauto, anche a causa delle incertezze legate alle difficoltà di penetrare il mercato cinese.
Da sottolineare infine che, complice anche il crollo di ieri, il titolo resta a sconto sui peers, trattando a 4,4x il P/E 2018 rispetto a 6,55x della media di Ford/General Motors (fonte Bloomberg).