Il Cda del social network fondato da Mark Zuckerberg ha presentato ai mercati i dati della società al 30 giugno 2018 (2Q 2018), risultati sotto le attese.
Si ricorda che nella prima parte dell’anno la società è stata travolta dallo scandalo Cambridge Analytica, che ha comportato l’apertura di un’inchiesta sulle pratiche di tutela della privacy di Facebook da parte della Federal Trade Commission (FTC), l’antitrust americana, con l’accusa di aver consegnato i dati di oltre 50 milioni di utenti (confermati poi a 87 milioni) per influenzare i flussi elettorali.
Nel periodo considerato i ricavi si sono attestati a 13,2 miliardi, in crescita del 41,3% rispetto ai 9,3 miliardi registrati nel pari periodo 2017. Una performance che ha beneficiato dell’exploit del fatturato per la pubblicità su mobile, salita del 50% a 11,9 miliardi (91% dei ricavi totali).
Cresce il numero degli utenti, sia giornalieri (1,47 miliardi) che mensili (2,2 miliardi), saliti entrambi del 11% rispetto al pari periodo 2017.
L’utile netto è di 5,1 miliardi di dollari, in rialzo del 31% su base annua e migliore delle previsioni degli analisti, con una marginalità sui ricavi pari al 41,8 per cento.
Nel mercato after-hours il titolo della società di Menlo Parkle perde prima il 9% in scia a revenues inferiori alle attese e poi crolla definitivamente (-20%) sulla guidance del prossimo trimestre che evidenzia una crescita dei costi superiore a quella dei ricavi, con questi ultimi in aumento assai modesto rispetto ai ritmi degli anni precedenti.