Ancora un nuovo record per il listino tecnologico che trascina anche gli altri tre indici principali in una seduta molto positiva, in scia alla notizia di una tregua nella guerra commerciale planetaria siglata, almeno verbalmente, tra il presidente della UE Juncker in visita ieri alla Casa Bianca e Donald Trump.
Il Nasdaq sale dell’1,2% siglando un nuovo massimo assoluto ed avvicinandosi a quota 8.000 punti. Balzo anche dello S&P 500 (+0,9%) che avanza per la terza seduta consecutiva. In verde anche Dow Jones (+0,7%) e Russell 2000 (+0,3%), tutti listini che terminano sui massimi intraday.
Modesto calo, invece, per il VIX che scende di un punto percentuale a 12,30.
A mercati chiusi va in onda il colpo di scena di Facebook che prima perde il 9% in scia a revenues inferiori alle attese e poi crolla (-20%) definitivamente sulla guidance del prossimo trimestre che evidenzia una crescita dei costi superiore a quella dei ricavi con questi ultimi in aumento assai modesto rispetto ai ritmi degli anni precedenti.
L’idea che il re dei social network diventi una “value” stock rispetto ad una “growth stock” ha innervosito il Nasdaq, il cui “future” ha perso due punti percentuali nelle contrattazioni serali bruciando il guadagno della seduta appena conclusasi.
Mercato obbligazionario poco mosso con il rendimento del T-bond che perde un punto base al 2,94%.
Petrolio in decisa ripresa a 69,30 dollari al barile (+1,1%), in scia ad una diminuzione delle scorte domestiche ben oltre le previsioni.
Infine, dollaro in calo a 1,173 rispetto alla moneta unica.