ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un rosso del 2,5% e sotto-performando di oltre due punti percentuali l’omologo europeo (-0,4%), risentendo della performance incolore del comparto bancario (-0,4%) e facendo peggio del Ftse Mib (-1,4%).
Gli investitori assumono nuovamente una posizione attendista a causa delle possibile conseguenze legate all’escalation delle tensioni commerciali tra Usa e i maggiori partner dopo il vertice l’inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, e il numero uno della Commissione UE, Jean Claude Juncker, che hanno raggiunto un’intesa per alleggerire le reciproche misure protezionistiche. A completare il quadro rimane sempre il focus su come intende procedere l’esecutivo sul fronte economico, con il responsabile del Tesoro, Giovanni Tria, che ha sottolineato che anche nel 2019 il rapporto deficit/Pil sarà mantenuto sotto il 3 per cento.
La seduta sottotono del settore creditizio si riflette anche sui titoli del risparmio gestito, alcuni frenati in parte anche da qualche presa di profitto dopo il buon andamento degli ultimi giorni. Inoltre, l’andamento potrebbe essere stato in parte condizionato dagli ultimi dati di Assogestioni, che hanno certificato ancora una volta il rallentamento della raccolta netta nell’anno in corso. Banca Mediolanum (+0,2%), tuttavia, riesce a chiudere appena sopra la parità. Si segnala che oggi Banca Generali e Azimut alzeranno il velo sui conti del secondo trimestre.
Nuova seduta pesante per Exor (-3,5%), trascinata al ribasso dal crollo della controllata quotata Fca dopo che quest’ultima ha visto al ribasso la guidance su ricavi ed Ebit per l’anno in corso.
Nel Mid Cap frena nuovamente Banca Ifis (-1,5%) dopo il recupero di ieri, mentre continua il trend negativo di doBank (-1,1%). Si interrompono, invece, le vendite su Cerved (+0,6%).
Tra le Small Cap ancora in calo Banca Intermobiliare (-0,5%), mentre chiude in moderato rialzo Banca Sistema (+0,5%), il cui cda si riunisce oggi per approvare i conti del primo semestre.