Azimut ha archiviato il primo semestre 2018 con ricavi in calo a 375,7 milioni (-9,6% rispetto al periodo di confronto) per il minore contributo delle commissioni di performance (-62,8% annuo a 30,3 milioni). In diminuzione anche il reddito operativo a 98,8 milioni (-34% a/a) e l’utile netto, pari a 72,6 milioni (-40,1% rispetto al primo semestre 2017).
L’incertezza che ha caratterizzato i mercati nella prima metà del 2018 ha condizionato i conti di Azimut. Il primo semestre evidenzia infatti una diminuzione dei ricavi generata dalla contrazione della componente commissionale variabile che, insieme ad un aumento dei costi, ha condotto a una riduzione della redditività operativa.
Il totale dei ricavi è sceso a 375,7 milioni (-9,6% annuo), a causa soprattutto delle minori performance fee, passate dagli 81,6 milioni del primo semestre 2017 a 30,3 milioni. Le commissioni ricorrenti, invece, hanno mostrato un buon andamento registrando una crescita del 4,9% a 313,8 milioni rispetto al periodo di confronto. Invariati a 24 milioni i ricavi assicurativi, mentre gli altri ricavi sono diminuiti a 7,6 milioni (-29,4% rispetto ai primi sei mesi del 2017).
I costi di acquisizione sono rimasti sostanzialmente in linea con il periodo gennaio-giugno 2017, attestandosi a 168,9 milioni.
I costi operativi hanno riportato un incremento annuo del 12,6% a 108 milioni, in conseguenza soprattutto dell’aumento delle spese per il personale (+21,3% a/a a 48,8 milioni) e, in misura minore, di quello degli altri costi (+6,4% a 59,3 milioni rispetto al primo semestre 2017).
Tali dinamiche hanno condotto ad un reddito operativo pari a 98,8 milioni (-34% rispetto al periodo di confronto).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 72,6 milioni (-40,1% a/a), dopo la contabilizzazione di oneri finanziari significativamente in calo a 6,6 milioni (-57,2% annuo).
La posizione finanziaria netta consolidata al 30 giugno 2018 risulta negativa per circa 57 milioni, a fronte di un saldo positivo di 134,9 milioni nel primo semestre 2017. Nel periodo in esame sono stati pagati dividendi ordinari per circa 131 milioni, è stata eseguita l’ultima tranche di buy-back per circa 30 milioni e sono state fatte acquisizioni per circa 17 milioni e versamenti di circa 80 milioni per acconti d’imposta, bollo virtuale e riserve matematiche.
Infine, si rileva che resta positiva l’attività di reclutamento in Italia di consulenti finanziari e private banker: nei primi sei mesi del 2018 il gruppo e le sue divisioni hanno registrato 119 nuovi ingressi, portando il totale a fine giugno a 1.719 unità.