Il gruppo ha archiviato i primi sei mesi dell’esercizio 2018 con risultati che hanno risentito in parte dell’effetto cambi negativo e, a livello di redditività, dei costi di ramp-up dei nuovi impianti. I ricavi sono aumentati del 6,1%% a 1.339,7 milioni (+10,1% a cambi costanti), mentre è diminuita leggermente la marginalità. L’utile netto è cresciuto del 2,5% a 140 milioni, mentre l’indebitamento finanziario netto è aumentato di 44,5 milioni a 263 milioni per via degli investimenti effettuati e dopo il pagamento dei dividendi.
Brembo ha chiuso il primo semestre 2018 con ricavi in crescita del 6,1% a 1.339,7 milioni, scontando in parte un effetto cambi negativo (+10,1% a cambi costanti).
Positivo il contributo di tutti i segmenti di attività, ad eccezione del settore delle competizioni, in calo del 6,6%, mentre le applicazioni per auto sono risultate in aumento del 6,9%, il settore dei motocicli del 2,7% e i veicoli commerciali del 10,5 per cento.
A livello geografico, le vendite in Italia sono in leggero calo (-3,2%), mentre sono cresciute in Germania dell’11,0%, in Francia del 20,7% e nel Regno Unito del 6,8 per cento. Prosegue la fase di espansione in Asia, con l’India che ha registrato un +13,3% (+26,7% a parità di cambi) e la Cina un +15,5% (+19,6% a parità di cambi). Il Giappone è invece in flessione del 13,0% (-11,9% a cambi costanti).
Il mercato nordamericano (Stati Uniti, Messico e Canada) è in calo del 6,6%, ma a parità di cambi segna un incremento del 3,4%, mentre il Sudamerica (Brasile e Argentina) ha segnato una flessione del 6,4%, ma a cambi costanti è cresciuto del 18,8 per cento.
Per quanto riguarda la gestione operativa, i margini sono stati penalizzati dai costi di ramp-up dei nuovi impianti e dagli investimenti effettuati nel periodo. L’Ebitda è salito dell’1,7% a 259,9 milioni, con un’incidenza sul fatturato in lieve calo al 19,4% (-80 punti base), mentre l’Ebit è diminuito dell’1,8% a 186,1 milioni, con un ros al 13,9% (-110 punti base).
Il semestre si è chiuso con un aumento dell’utile netto del 2,5% a 140,1 milioni, grazie anche a una riduzione del tax rate passato dal 25,7% al 21,6 per cento.
Dal lato patrimoniale, infine, l’indebitamento finanziario netto, rispetto al 31 dicembre 2017, è aumentato di circa 44,5 milioni a 263,1 milioni, complici gli investimenti effettuati nel periodo e il pagamento di 71,5 milioni di dividendi.