Fincantieri, nei primi sei mesi del 2018, ha riportato una crescita a doppia cifra di tutti i principali aggregati di conto economico, dai ricavi aumentati del 10,1% a 2.527 fino all’utile netto salito del 39,3% a 39 milioni. Il tutto supportato da un forte incremento del carico di lavoro complessivo, che ha raggiunto il livello record di 29,8 miliardi. Buone indicazioni anche sul lato patrimoniale, con l’indebitamento finanziario netto in diminuzione a 264 milioni. Dinamiche queste che hanno portato il management a confermare la guidance 2018 e i target del piano industriale.
Nel primo semestre del 2018, rispetto al pari periodo dell’anno precedente, il giro d’affari di Fincantieri è cresciuto del 10,1% a 2.527 milioni, sostenuto principalmente dal buon semestre dello Shipbuilding e dell’Offshore.
La divisione Shipbuilding continua ad essere infatti il traino del fatturato del gruppo, con un incremento nel semestre del 7,7% a 1.892 milioni generato per 1.290 milioni dal segmento delle navi da crociera e per 592 da quello delle navi militari.
Prosegue anche la ripresa del fatturato del settore Offshore di Vard, cresciuto del 26% a 564 milioni conseguenza della strategia di diversificazione del business in atto che ha portato un aumento dei volumi di produzione nei cantieri rumeni.
In progresso anche i ricavi della divisione Sistemi, Componenti e Servizi a 321 milioni (+41,4%) grazie principalmente ai servizi legati alle commesse per la MMI e per la Difesa del Qatar.
Per quanto riguarda gli ordini, il carico di lavoro complessivo ha raggiunto lo scorso 30 giugno il livello record di 29,8 miliardi, di cui 22 miliardi di backlog e 7,8 miliardi di soft backlog, e corrisponde a circa 6 anni di lavoro se rapportati ai ricavi del 2017. Nel corso del semestre, i nuovi ordini raccolti sono stati pari a 2.388 milioni con un book-to-bill pari a 0,9x.
Per quanto riguarda la marginalità, l’Ebitda adjusted è cresciuto del 25,3% a 183 milioni aumentando la marginalità al 7,3% (+100 basis point), grazie al buon andamento dello Shipbuilding e della divisione Sistemi, Componenti e Servizi che ha più che controbilanciato la contrazione della marginalità nell’Offshore.
La dinamica si è riflessa anche sulla redditività netta, aumentata del 34,1% a 118 milioni con un ros salito al 4,7% (+90 basis point).
Ciò si è tradotto nella bottom line in un incremento del 39,3% a 39 milioni dell’utile netto adjusted, mentre il risultato netto “reported” si è attestato a 15 milioni scontando oneri non ricorrenti pari a 32 milioni (24 milioni al netto dell’effetto fiscale) relativi principalmente a un contenzioso legale. L’utile di competenza dei soci, pari a 21 milioni, sale invece del 61,5 per cento.
A livello patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto (esclusi i construction loans) è diminuito a 264 milioni rispetto allo scorso 31 dicembre per effetto degli incassi registrati nel corso del periodo. I construction loans, strumenti di credito utilizzati esclusivamente per finanziare le commesse cui sono riferiti, sono invece pari a 488 milioni e interamente relativi alla controllata Vard.
Infine, il management ha confermato la guidance per il 2018, in linea con i target indicati nel piano industriale 2018-2022. Inoltre, con i nuovi ordini acquisiti nel mese di luglio, il carico di lavoro complessivo ha superato i 32 miliardi con la trasformazione in ordini della maggior parte del soft backlog.