Verso mezzogiorno il Ftse Mib avanza dello 0,3%, con Mediaset in evidenza dopo i risultati diffusi venerdì. Deboli invece il Dax di Francoforte (-0,2%), il Ftse 100 di Londra (-0,4%), il Cac 40 di Parigi (-0,4%) e l’Ibex 35 (-0,1%).
L’attenzione degli operatori resta prevalentemente focalizzata sulle trimestrali societarie in attesa degli appuntamenti di questa settimana con le banche centrali, mentre alle 18:00 i riflettori si sposteranno sulla Casa Bianca per l’incontro fra Donald Trump e Giuseppe conte.
Mercoledì si concluderà il meeting della Fed, che dovrebbe confermare la politica di graduale rialzo dei tassi di interesse, con i mercati che si aspettano un aumento a settembre e un altro prima della fine dell’anno. Il tutto anche alla luce del solido dato di venerdì sul Pil, in attesa del report sul mercato del lavoro previsto a fine settimana. Nell’ottava si terranno anche gli incontri della of Japan e della Bank of England, con l’istituto centrale nipponico che potrebbe annunciare delle modifiche al massiccio programma di stimoli monetari.
Sul fronte macro si attendono nel primo pomeriggio le statistiche sull’inflazione tedesca, mentre la fiducia dei consumatori nell’Eurozona si è confermata in calo (-0,6 punti) anche a luglio.
Intanto sul Forex l’euro/dollaro si riavvicina a quota 1,17 e il dollaro/yen si mantiene stabile in area 111.
Vendite generalizzate sul comparto obbligazionario europeo, con il rendimento del Btp decennale che risale al 2,75% e lo spread con il Bund in calo di due bp a 231 punti base.
Tra le materie prime risalgono le quotazioni del petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 69,4 e 74,4 dollari al barile, mentre l’oro si attesta a 1.222 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari avanza MEDIASET (+3,3%) dopo i risultati semestrali apprezzati dagli investitori nonostante il calo del 42,8% dell’utile netto.
Ben intonata anche LEONARDO (+1,8%) in attesa dei conti, rimbalza FCA (+1%) dopo il crollo della scorsa ottava.
Acquisti su ENI (+0,6%) e SAIPEM (+0,7%), quest’ultima dopo aver sottoscritto con un pool di diciassette istituti di credito nazionali e internazionali il contratto di estensione della scadenza e modifica della linea di credito rotativa originariamente sottoscritta il 10 dicembre 2015.
Deboli i bancari, in particolare UBI (-1,3%) e BPER (-1,4%), così come STM (-1,2%) complice anche la debolezza del settore tecnologico dopo alcune trimestrali deludenti di Wall Street.