Fineco ha archiviato il secondo trimestre 2018 con una solida performance delle commissioni nette, salite del 14,6% a 74,5 milioni rispetto al periodo di confronto. Positivo anche l’apporto del margine di interesse (+6,9% annuo a 68,7 milioni). Dinamiche che hanno determinato un margine di intermediazione pari a 156,4 milioni (+11,1% rispetto al secondo trimestre 2017). Il periodo si è chiuso con un utile netto di 66,2 milioni (+26,1% a/a).
“Ancora una volta presentiamo dati in forte crescita, confermando la capacità di Fineco di produrre risultati solidi e sostenibili anche in un contesto di mercato sfidante. Risultati favoriti anche dal modello di business diversificato. Continuano a incontrare il favore della nostra clientela i servizi recentemente lanciati dalla banca, come confermato dall’andamento dell’attività di lending e delle nuove soluzioni di consulenza evoluta”.
È con queste parole che Alessandro Foti, Ceo di Fineco, ha commentato i risultati riportati nel secondo trimestre.
Le commissioni nette di Fineco, nel periodo aprile-giugno, hanno registrato una crescita annua del 14,6% a 74,5 milioni. L’andamento è stato sostenuto principalmente dal progresso delle commissioni di gestione grazie al progressivo incremento delle masse gestite e all’incidenza dei “Guided products & services” sul totale degli asset under management. Positivo anche l’apporto delle commissioni dell’area banking, principalmente relative alle carte di credito.
Buono il contributo del margine di interesse (+6,9% a 68,7 milioni rispetto al secondo trimestre 2017), sostenuto dall’aumento della raccolta e da una maggiore incidenza dell’attività di lending.
Il margine di intermediazione è salito così dell’11,1% a 156,4 milioni rispetto al corrispondente periodo del 2017.
La crescita dei costi operativi (+4,8% a 63,6 milioni rispetto al primo trimestre 2017), connessa all’ampliamento dell’attività, è stata meno che proporzionale rispetto all’incremento del giro d’affari. Nel dettaglio, il costo del personale è aumentato del 6,4% annuo a 21 milioni, mentre gli altri costi sono leggermente calati a 40 milioni (-1,6% a/a).
Le dinamiche sopra esposte hanno determinato un risultato netto di gestione pari a 95,6 milioni (+20,4% rispetto al secondo trimestre 2017).
L’utile netto ha toccato 66,2 milioni, con un significativo progresso del 26,1% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Dal lato della solidità patrimoniale, il Cet1 transitional al 30 giugno si è fissato al 20,66% (20,77% a fine 2017).