Campari ha riportato una solida crescita organica delle vendite e degli indicatori di profittabilità nel primo semestre 2018, che compensa in parte l’effetto sfavorevole dei cambi e la cessione di attività non strategiche. Inoltre, si evidenzia il continuo miglioramento del mix delle vendite, trainato dalla sovra-performance dei principali brand a priorità globale e regionale a elevata marginalità nei mercati chiave sviluppati.
Nel dettaglio, le vendite del primo semestre 2018 si attestano a 778,2 milioni, con una solida crescita organica del 5,4% su base annua. La variazione totale è del -4,7% dopo gli effetti cambio e perimetro.
Il Mix delle vendite è molto favorevole trainato da Aperol, Campari, Wild Turkey, Grand Marnier ed Espolòn. Tutte le regioni hanno contribuito alla crescita organica. In particolare Stati Uniti, Europa Occidentale e Australia hanno registrato una crescita superiore alla media del Gruppo.
L’Ebit rettificato è pari a 160,5 milioni, con una crescita organica del 9,5%, superiore a quella delle vendite, generando un’espansione della marginalità operativa di +80 punti base, in quanto i maggiori investimenti in pubblicità e promozioni sono stati più che compensati dalla solida espansione della marginalità lorda. La variazione totale è pari al -1,7% dopo gli effetti cambio e perimetro.
L’utile netto del Gruppo raggiunge quota 147,2 milioni, in progresso del 35,5% rispetto al primo semestre 2017. Il risultato netto del Gruppo rettificato è pari a 104,4 milioni (+11,6%).
L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2018 si esprime in 946,8 milioni (981,5 milioni al 31 dicembre 2017), grazie alla sostenuta generazione di free cash flow e dopo i proventi della cessione del business Lemonsoda, al netto dell’acquisizione di Bisquit, del pagamento del dividendo e dell’acquisto di azioni proprie.
Bob Kunze-Concewitz, Ceo di Campari, ha aggiunto: “Guardando alla seconda parte dell’anno, le nostre prospettive rimangono sostanzialmente bilanciate in termini di rischi e opportunità. Rimaniamo fiduciosi sul conseguimento di una performance positiva per i principali indicatori di crescita organica nell’anno, trainata dalla continua performance positiva delle principali combinazioni di prodotto e mercato a elevata marginalità”.