Digital360 – Due business unit per il leader dell’innovazione digitale

Il gruppo milanese si pone come punto di riferimento dell’innovazione in Italia grazie alla sua vasta offerta di contenuti specializzati e ai servizi per aziende e pubbliche amministrazioni di tutte le dimensioni. Il modello di business si articola in due divisioni (Demand Generation e Advisory) che ora dovranno sviluppare tutte le sinergie possibili dando un ulteriore sviluppo a ricavi e redditività. Il tutto grazie anche ad alcune importanti acquisizioni che hanno allargato il perimetro e le competenze del Gruppo, oltre ai forti investimenti tecnologici messi in campo nell’ultimo anno con le risorse raccolte dalla quotazione in Borsa.

Digital360 conferma la strategia di crescita e presenta nei primi sei mesi del 2018 un incremento dei ricavi e dell’Ebitda di oltre il 70%, frutto non solo delle acquisizioni concluse nei primi mesi dell’esercizio, e del loro relativo consolidamento, ma anche di un’importante crescita organica che, a parità di perimetro, si stima sia superiore al 20% sia in termini di Ricavi che di Ebitda. Risultati grazie ai quali assumono maggior credibilità le aspettative del Nomad Cfo Sim pubblicate nello studio societario dello scorso aprile riguardanti l’intero esercizio, che indicano un giro d’affari di 22 milioni e un Ebitda di 2,8 milioni grazie all’integrazione delle nuove realtà acquisite e ad un maggiore sfruttamento della piattaforma di “matchmaking” che permette l’incontro fra domanda e offerta di innovazione digitale.

L’area di business “Demand Generation” – con oltre 50 portali e canali online dedicati alle diverse tecnologie digitali (intelligenza artificiale, blockchain, Internet of Things, Industria 4.0, Big Data, cloud, ecc.) e al loro impatto sui diversi settori (banche, assicurazioni, retail, ecc.) e sulle diverse funzioni aziendali (marketing, risorse umane, supply chain, ecc.) – permette alle “tech company” (vendor, software house, system integrator) di posizionarsi al meglio sul web ed entrare in contatto con imprese e pubbliche amministrazioni interessate a comprendere le sfaccettature della trasformazione digitale.

Contemporaneamente entra in scena l’attività di Advisory, che guida per mano le aziende nella definizione della propria roadmap e quindi nella costruzione di una strategia di implementazione nel digitale la cui realizzazione sarà però demandata a tech company specializzate, a volte selezionate da Digital360 secondo le specifiche esigenze del cliente.

Una integrazione logica che dovrà essere sviluppata nel futuro al fine di massimizzare le sinergie esistenti e quindi permettere, da una parte, al business dell’Advisory di beneficiare della grande massa di relazioni costruite grazie ai citati 50 portali e canali dedicati all’innovazione digitale e, dall’altra, di arricchire continuamente i contenuti online tramite il know-how dei professionisti dell’Advisory.

E la progressiva integrazione delle due “anime del business” dovrebbe permettere di alimentare il circolo virtuoso già in essere e di allargare il giro d’affari fino a toccare i 28 milioni di ricavi nel 2020, sempre secondo le stime di Cfo Sim.

Iniziative apprezzate dagli investitori che dovrebbero contribuire a ridare vigore ad un titolo che oggi viaggia al di sopra del prezzo di quotazione (pari a 1,15 euro), ma che secondo Cfo Sim vale 1,6 euro.

Andrea Rangone, amministratore delegato di Digital360, illustra le priorità strategiche

“Accelerare l’integrazione fra le nostre due unità di business, Demand Generation e Advisory, ‘digerire’ le acquisizioni effettuate nella prima parte del 2018 e ‘scaricare a terra’, mettendoli a frutto, gli investimenti tecnologici dell’ultimo anno. Il tutto mantenendo un impegno costante al fine di ottimizzare il controllo dei costi e migliorare la redditività”. Sono queste le priorità strategiche evidenziate da Andrea Rangone, Amministratore delegato di Digital360.

“Nei primi tre mesi del 2018 abbiamo concluso tre acquisizioni importanti dal punto di vista delle dimensioni e delle competenze”, ricorda il Ceo, riferendosi a ServicePro Italy, IQ Consulting ed Effettodomino. “Stiamo lavorando per completare l’integrazione delle nuove realtà”, ma non sono escluse a priori ulteriori operazioni entro fine anno perché “siamo una realtà aggregante che può crescere tantissimo e ci sono già diversi dossier sul tavolo”.

Nei prossimi mesi sarà inoltre necessario far fruttare i recenti investimenti in tecnologia, che dal momento della quotazione sul mercato Aim nel giugno 2017 hanno subito una forte accelerazione. “Il budget per il 2018 è di oltre 1,5 milioni di euro di cui circa la metà sono già stati spesi”, specifica Rangone.

La vera sfida di Digital360, però, sarà “l’integrazione fra le due anime del business” per sfruttare le potenziali sinergie fra le due attività e spingere significativamente i ricavi e la marginalità del gruppo. Secondo le stime di Cfo Sim, nel 2020 Digital360 dovrebbe raggiungere un fatturato di 28 milioni, raddoppiando il dato del 2017 e aumentando nel contempo l’Ebitda margin dall’attuale 11% fino a sfiorare il 15 per cento.

Due business unit per la trasformazione digitale

Per capire i due business di Digital360 è necessario ricordare che la società è stata fondata da un gruppo di professori del Politecnico di Milano, attivi fin dagli anni ’90 nell’ambito dell’innovazione digitale, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. “Digital360 nasce con la missione di aiutare imprese e pubbliche amministrazioni a capire la trasformazione digitale ed attuarla”, spiega Andrea Rangone.

Due verbi, capire e attuare, che trovano concreta applicazione nelle due business unit del gruppo, Demand Generation e Advisory.

“La prima è orientata a far conoscere sempre più approfonditamente agli imprenditori e ai manager, sia pubblici che privati, le dimensioni della trasformazione digitale, attraverso più di 50 portali e canali online che analizzano gli impatti di qualsiasi innovazione digitale (intelligenza artificiale, blockchain, Internet of Things, Industria 4.0, Big Data, Cloud, ecc) in qualsiasi settore e in qualsiasi area funzionale”.

“La seconda, invece, è un’unità di Advisory, composta oggi da circa 80 professionisti che affiancano imprese e pubbliche amministrazioni, portandole per mano nella concretizzazione del percorso di digitalizzazione. Tuttavia”, chiarisce Rangone, “non facciamo mai implementazione, ci fermiamo ad indicare le possibili strade, le alternative e, a volte, i potenziali fornitori di tecnologia, dopodiché rimandiamo l’execution alle tech company specializzate (vendor, software house, società di system integration, ecc.)”.

“Complessivamente, con le due business unit, agiamo come una sorta di intermediario, che svolge un ruolo di ‘matchmaking’ per far incontrare più efficacemente domanda e offerta di innovazione digitale.”

La Demand Generation

“La prima area strategica si pone l’obiettivo di spiegare l’innovazione digitale ad imprese e pubbliche amministrazioni, attraverso un network di oltre 50 portali e canali online e con più di 1.400 articoli realizzati ogni mese. I clienti finali di Digital360 però non sono i lettori, che fruiscono gratuitamente dei nostri contenuti, white paper, report, eventi e webinar, bensì le tech company (vendor, software house, system integrator, ecc.) che pagano per posizionarsi meglio, farsi conoscere ed entrare in contatto concreto con i loro target”, spiega l’Ad.

Per le 90 mila tech company presenti nel mercato, che siano grandi vendor globali o piccole startup specializzate, Digital360 rappresenta “un vero e proprio partner strategico di comunicazione e marketing, addirittura di sales. Grazie ai nostri contenuti, al nostro SEO (Search Engine Optimization) con contenuti associati ad oltre 40 mila keyword relative all’innovazione digitale presenti nella prima pagina su Google, al nostro posizionamento sui social, alla nostra piattaforma di marketing automation siamo in grado di affiancarci alle tech company, aiutandole a posizionarsi al meglio e a generare nuove opportunità commerciali”.

“Abbiamo investito tantissimo nella nostra piattaforma tecnologica, collegando tra di loro il sistema di gestione dei contenuti online, il nostro CRM (Customer Relationship Management) e il motore della marketing automation”, prosegue Rangone, “per profilare sempre meglio gli utenti che navigano sui nostri siti, capire di cosa hanno bisogno e guidarli in un processo di ‘lead nurturing’, che li porta ad approfondire un tema specifico; il passo successivo è metterli in contatto col fornitore più idoneo”.

L’Advisory

La seconda area di business punta ad “affiancare le imprese e le pubbliche amministrazioni nell’abilitazione della trasformazione digitale, supportando poi il management nell’attuarla”. Si parla di advisory e non di consulenza “perché il nostro approccio è abbastanza soft”, chiarisce Rangone. “Noi rappresentiamo una sorta di coach che aiuta il manager a capire meglio le esigenze dell’azienda e a definire la sua roadmap di trasformazione digitale in specifici ambiti. Per ogni dimensione dell’innovazione digitale – fatturazione elettronica, industria 4.0, GDPR, cybersecurity, open innovation, smart working, ecc. – ci affianchiamo all’impresa o alla pubblica amministrazione al fine di individuare la strada migliore per lei e, a volte, ad aiutarla nella selezione della tech company che poi si occuperà dell’implementazione”.

“La differenza sostanziale rispetto alle altre società di consulenza”, afferma il Ceo, “è che avendo una provenienza universitaria abbiamo una forte attenzione all’ingegnerizzazione del know how. Questo ci consente di proporre il nostro servizio di advisory anche a società di medie dimensioni, perché riusciamo a offrire soluzioni di alta qualità con un costo relativamente basso”. Si tratta dunque di un modello capace anche di scalare verso le Pmi, che costituiscono il cuore del tessuto economico produttivo italiano, anche se, afferma Rangone, “lavoriamo molto con le grandi imprese, grazie alla caratura dei nostri professionisti che sono, per le competenze sull’innovazione digitale, tra le persone più note e autorevoli in Italia”.

Il duplice circolo virtuoso fra le due business unit

È evidente che fra le due aree di business vi sono grandi sinergie potenziali, come chiarisce lo stesso Rangone: “tra le nostre unità di business si sta innestando un circolo virtuoso, perché i nostri stessi portali rappresentano una canale innovativo di ‘go-to-market’ dell’advisory, oltre che di promozione, comunicazione e posizionamento, che consente di avvicinare potenziali nuovi clienti per l’attività di advisory”.

Ma non solo, perché “gli oltre 80 professionisti dell’area advisory sono a loro volta fonte di contenuti editoriali esclusivi per i portali dell’attività di Demand Generation. In molti casi i giornalisti lavorano a stretto contatto con i professionisti e mettono insieme le competenze per alzare il know how, perciò il circolo virtuoso è bidirezionale”.

Per questo uno degli obiettivi principali di Digital360 per il futuro è proprio quello di sfruttare maggiormente questa duplice relazione tra le due anime del business, incrementando un’integrazione “che oggi sussiste solo in parte. Abbiamo un elevato potenziale ancora non utilizzato perché spesso le due unità di business corrono sui loro binari, seppur con tassi di crescita organica elevati”.

Risultati 2017 e 1H18

Il buon andamento delle due aree di business era emerso già dai risultati del 2017 ed è ancor più evidente da alcune anticipazioni, rilasciate lo scorso 12 luglio, sui conti del primo semestre 2018.

Nell’ultimo esercizio chiuso Digital360 ha realizzato ricavi complessivi per 14,3 milioni, con una crescita organica del 12% rispetto ai 12,8 milioni del 2016, grazie anche allo sviluppo di nuovi portali (sull’intelligenza artificiale, sulla blockchain, sui big data e sul tech agrifood) e all’introduzione di nuove practice di advisory (data driven innovation, compliance/GDPR e security).

L’Ebitda 2017 è stato pari a 1,64 milioni, sostanzialmente in linea con quello del 2016 ma con una leggera riduzione in termini percentuali sui ricavi, per effetto di un incremento dei costi fissi legati alle nuove risorse di staff e R&D e ai nuovi servizi acquisiti nel corso del 2017 su cui il Gruppo ha investito. In flessione l’utile netto consolidato adjusted, pari a 0,53 milioni, contro 0,6 milioni del 2016.

I dati preliminari del primo semestre 2018, invece, hanno evidenziato una crescita dei ricavi e dell’Ebitda del gruppo di oltre il 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tali risultati positivi sono il frutto non solo delle acquisizioni concluse nei primi mesi dell’esercizio e del loro relativo consolidamento ma anche di un’importante crescita organica che, a parità di perimetro, si stima sia superiore al 20% sia in termini di ricavi che di Ebitda. I dati consolidati definitivi saranno diffusi il prossimo 26 settembre.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nel primo semestre dell’anno”, dichiara Andrea Rangone, “i conti dimostrano che le acquisizioni e gli investimenti fatti portano nella giusta direzione della crescita e del rafforzamento del gruppo”.

Lo scenario futuro e le aspettative al 2020

Digital360 si muove all’interno di un mercato enorme, quello dell’innovazione digitale, che in Italia si stima possa valere intorno ai 70 miliardi. “Le potenzialità del digitale in Italia sono appena all’inizio e l’Italia è particolarmente indietro rispetto ad altri Paesi”, afferma l’Ad. “Considerando la nostra esperienza decennale maturata anche in ambito accademico e ciò che abbiamo fatto negli ultimi anni, siamo sicuramente tra i player che possono giocare al meglio questa partita, tutto sta nella nostra capacità di execution”.

Inoltre, Digital360 è “una realtà aggregante che può crescere tantissimo”, in grado di ricoprire un ruolo di primo piano nel consolidamento di un mercato fortemente frammentato, in cui la concorrenza è spesso rappresentata da realtà molto più piccole.

Grazie alle acquisizioni effettuate nei primi mesi del 2018, il sopracitato studio di Cfo Sim stima che i ricavi a fine anno dovrebbero superare i 22 milioni, con un Ebitda in crescita a 2,8 milioni e un utile netto rettificato pari a 0,72 milioni. Nel 2020 il fatturato è previsto in crescita a 28 milioni, circa il doppio rispetto ai 14,32 milioni del 2017, con un Ebitda intorno a 4,17 milioni e un risultato netto rettificato positivo per 1,35 milioni.

Stime che potrebbero essere riviste in autunno quando verrà predisposto il nuovo piano.

Borsa

Il titolo Digital360 scambia oggi a un prezzo lievemente superiore a quello di inizio anno, con un andamento positivo, in linea con quello del Ftse Italia Aim nello stesso arco temporale (+2% circa), e questo anche per il balzo del 16% compiuto dalle quotazioni il 13 luglio in seguito alla diffusione dei dati preliminari del semestre, con volumi interessanti (133 mila pezzi scambiati).

Attualmente le azioni si muovono in area 1,3 euro e si trovano al di sopra del prezzo di collocamento, pari a 1,15 euro, con il 13% di crescita in poco più di un anno e una sovraperformance di 12 punti percentuali rispetto al Ftse Italia Aim (+1%).

Ricordiamo poi che l’Ipo è avvenuta il 13 giugno 2017 ed ha consentito di raccogliere circa 6 milioni, di cui 2 milioni attinenti ad obbligazioni convertibili con durata 5 anni, rendimento 4,5% e prezzo di conversione pari a 1,6 euro. Risorse in parte ancora disponibili che insieme alla generazione di cassa e all’aumento di capitale da massimi 5 milioni approvato a marzo verranno utilizzate per spingere la crescita e consolidare il posizionamento anche tramite acquisizioni.

È doveroso infine ricordare che il 18 aprile 2018 il Nomad CFO Sim ha alzato la raccomandazione da “neutral” a “buy” incrementando il target price da 1,35 a 1,6 euro, valore molto superiore rispetto alle valutazioni attuali. Gap probabilmente influenzato anche dalla difficoltà a capire in modo compiuto il modello di business dell’azienda e quindi il potenziale di sviluppo. Una carenza che il management sta progressivamente colmando, mentre i risultati attuali confortano le aspettative di crescita.