Il Cda di Salvatore Ferragamo ha approvato la relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2018. Le dinamiche attese per l’intero anno relativamente alle vendite, ai margini e ai risultati del periodo, risentono degli effetti negativi del corrente andamento dei cambi e del perdurante impatto sfavorevole del mix di canali. In questo contesto, inoltre, prosegue il programma mirato di investimenti per il rilancio del brand e l’ottimizzazione dei processi.
I primi sei mesi dell’esercizio hanno registrato una contrazione delle vendite del 6,2% a 674 milioni nel confronto a cambi correnti (-3,4% a cambi costanti). Un risultato penalizzato dal calo del 5,2% delle vendite dirette, -2% a tassi e perimetro costante (like-for-like), a causa di minori introiti dei saldi di fine stagione, e del 7,6% delle vendite wholesale.
A livello geografico, l’Asia Pacifico si riconferma il primo mercato in termini di ricavi per il gruppo nonostante la contrazione del 5,5% dei ricavi (-2,7% a cambi costanti). I negozi a
gestione diretta in Cina, dopo un primo semestre 2017 molto forte (+15,5% a tassi di cambio costanti), hanno registrato, sempre a tasso di cambio costanti, un andamento delle vendite in lieve diminuzione (-1%), mentre le vendite a Hong Kong hanno continuato la forte performance (+32,0%).
La diminuzione dei ricavi registrati nell’area del Nord America sconta particolarmente l’’impatto negativo della valuta (-1,4% a tassi di cambio costanti), rispetto allo stesso periodo dell’esercizio 2017. I negozi a gestione diretta hanno mostrato una
crescita a tassi di cambio costanti, mentre il canale wholesale ha continuato a registrare una contrazione ancora penalizzato dai deludenti realizzi nei department stores.
La riduzione dei ricavi si è riflessa anche sul risultato della gestione operativa che, nonostante un decremento del 4,6% dei costi operativi, mostra un Ebitda del periodo a 116,6 milioni (-14,5% sul 1H 2017), con il relativo margine sui ricavi peggiorato di quasi due punti percentuali, e un l’Ebit pari a 84,2 milioni contro i 104,8 milioni di fine giugno 2017 (-19,7%) in presenza di ammortamenti costanti.
A fronte di una riduzione degli oneri finanziari del 13,6% e di un tax rate incrementato del 4,7% rispetto al pari periodo 2017, l’utile netto di pertinenza del gruppo risulta di 57,5 milioni rispetto ai 78,4 milioni, registrati nei primi sei mesi dell’esercizio 2017, segnando una discesa del 26,7 per cento.
Al 30 giugno 2018, il gruppo presenta liquidità finanziaria netta pari a 101 milioni, peggiorata di circa 26 milioni rispetto al dato di fine dicembre 2017.