Mercati – Milano fanalino di coda (-1,9%) prima della Fed, crolla Ferrari

Chiusura negativa per le Borse europee, mentre Wall Street viaggia poco mossa con il Nasdaq in evidenza (+0,5%) in scia ai conti di Apple. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in calo dell’1,9% a 21.791 punti, sotto-performando il Ftse 100 di Londra (-1,2%), il Dax di Francoforte (-0,5%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%)

I mercati tornano a fare i conti con i timori per le tensioni commerciali fra Usa e Cina, mentre attendono la conclusione del meeting della Fed. L’ottimismo di ieri per un ritorno ai negoziati tra Washington e Pechino ha presto lasciato spazio a nuove ombre, con l’amministrazione Trump pronta secondo indiscrezioni ad alzare dal 10% al 25% le tariffe su prodotti cinesi per 200 miliardi di dollari. Una mossa che punta a mettere sotto pressione i funzionari cinesi per tornare a trattare.

Resta viva anche l’attenzione verso le banche centrali, in attesa delle delibere del Fomc di questa sera e della Bank of England domani. La banca centrale americana dovrebbe confermare altri due rialzi dei tassi nel 2018, mentre la Old Lady potrebbe innalzare il costo del denaro già in questo meeting.

Sul Forex l’euro scivola a 1,167 dollari dopo la pubblicazione degli indici Pmi di Markit, che hanno confermato una debole crescita del settore manifatturiero nell’Eurozona. Nel pomeriggio è stata diffusa la stima Adp sugli occupati del settore non agricolo statunitense, che ha evidenziato a luglio un incremento di 219 mila nuovi impieghi, superiori ai 181 mila del mese precedente (rivisto al rialzo da 177 mila inizialmente comunicati) e ai 186 mila previsti dal consensus. Il tutto in vista del Job Report ufficiale del Dipartimento del Lavoro in uscita venerdì.

Tra le materie prime arretrano le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 67,6 e 72,7 dollari al barile dopo i dati settimanali sulle scorte americane che hanno mostrato un aumento a sorpresa delle riserve, mentre l’oro è in flessione a 1.219 dollari l’oncia. In rialzo i rendimenti obbligazionari, con il Btp decennale al 2,79% e lo spread dal Bund a 230 punti base, mentre il Treasury flirta con la soglia del 3% prima della Fed.

A Piazza Affari sprofonda FERRARI dopo la semestrale (-8,4%). Male anche banche e utilities, in particolare ENEL (-3,9%) e INTESA SANPAOLO (-4,6%) dopo i risultati.

Ben intonate invece BANCA MEDIOLANUM (+3,9%), FINECO (+1,4%), LEONARDO (+1,4%) e CAMPARI (+1,9%) all’indomani dei conti.