Nel primo semestre 2018 il Gruppo Parmalat registra un fatturato netto pari a 3 miliardi (-7,3%) a cambi correnti e perimetro costante ed incluso il Venezuela. Data la forte incertezza di quest’ultimo mercato il Gruppo presenta infatti i risultati del semestre mostrando i dati al netto del contributo di questo paese. A cambi costanti e perimetro costante ed escluso il Venezuela il declino delle vendite sarebbe stato del 9%.
Il margine operativo lordo si attesta a 147 milioni (-20,8%), mentre diminuisce del 22,3% considerando i risultati pro-forma.
Ciò è dovuto ad un effetto di stagionalità che ha impattato la valorizzazione del magazzino, in particolare quello canadese, all’evoluzione sfavorevole del mix di vendita, al trend negativo del segmento dei prodotti in polvere, e agli scioperi in alcuni Paesi, tra cui il Brasile e il Sud Africa.
L’utile del periodo è pari a 39,9 milioni (+30,4%), mentre lo stesso risulterebbe in diminuzione del 36,3% a perimetro 2017 e al netto della controllata venezuelana.
Tale diminuzione è dovuta al peggioramento della gestione operativa e a svalutazioni da impairment per 14,8 milioni, parzialmente compensati dal beneficio fiscale come minori imposte, derivante dal Patent Box in Italia.
Le disponibilità finanziarie nette sono pari a 168,4 milioni in diminuzione di 86,9 milioni. La variazione è imputabile a fattori di stagionalità operativa per 57,5 milioni, gestione finanziaria per 11 milioni, pagamento di dividendi per 14,8 milioni e cambio negativo per 6,1 milioni.
Per contrastare le principali criticità sopra esposte che hanno portato a questi risultati, sono stati implementati importanti interventi nelle aree acquisto, industriale, commerciale e logistica.
In questo difficile contesto, il management ha elaborato forecast per fine anno nell’intorno del -1% in termini di fatturato e in un range tra -3% e 0% in termini di Ebitda.