Il gruppo ha chiuso il primo semestre 2018 con ricavi in calo dell’1,2% a 1.337,4 milioni (1.346 milioni il consensus), con l’effetto cambi che ha inciso negativamente per 72 milioni.
A livello di gestione operativa, l’Ebitda è diminuito del 5,7% a 227 milioni (230 milioni il consensus), con un’incidenza sul fatturato al 17% (-80 punti base). L’effetto cambi ha pesato per 19 milioni, mentre il dato ha beneficiato di proventi non ricorrenti netti per 11 milioni (erano oneri netti per 4,5 milioni nello stesso periodo del 2017) non considerando i quali l’Ebitda sarebbe diminuito dell’11,9% a 216,4 milioni.
L’Ebit ha segnato un -6,8% a 123,5 milioni, con una marginalità al 9,2% (-60 punti base), dopo un calo degli ammortamenti del 4,2% a 104 milioni.
La bottom line evidenzia un incremento dell’utile netto degli azionisti del 4,6% a 123 milioni (108 milioni il consensus), considerando un contributo di 40 milioni dalle partecipazioni valutate a patrimonio netto (48,8 milioni nel 2017), plusvalenze da realizzo partecipazioni per 0,1 milioni (0,9 milioni nel 2017) ed oneri finanziari netti pari a 4,4 milioni (12,2 milioni nel 2017).
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto ammonta a 894 milioni (878 milioni il consensus), in aumento di 31,5 milioni rispetto al 31 dicembre 2017 dopo il pagamento di dividendi per 28,3 milioni.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, per il 2018 il management ha abbassato le previsioni sull’Ebitda ricorrente, inizialmente stimato in crescita low-single digit e ora atteso ad un livello simile a quello dell’esercizio precedente.