Nel periodo gennaio-giugno dell’esercizio in corso la multi-utility emiliana ha riportato ricavi consolidati pari a 1,94 miliardi di euro, con un incremento del 6,8% su base annua grazie principalmente all’ampliamento del perimetro di consolidamento. Si segnala che i conti del primo semestre dello scorso anno sono stati riesposti per tener conto, alla data di acquisizione, del fair value definitivo delle attività e passività acquisite di REI – Ricupero Ecologici Industriali e Salerno Energia Vendite.
L’Ebitda di Iren è stato pari a 505,8 milioni di euro, in progresso del 14,3% rispetto ai primi sei mesi del 2017 anche grazie al riconoscimento di titoli di efficienza energetica per anni pregressi dovuti agli investimenti che il gruppo ha effettuato nel teleriscaldamento. A ciò si sommano circa 10 milioni di sinergie, in linea con gli obiettivi di piano industriale e il contributo ottenuto dalla costante attività di consolidamento che ha permesso di perfezionare ad aprile l’acquisizione di ACAM, la multi-utilty di riferimento del levante ligure. Fattori in parte controbilanciati da uno scenario che ha penalizzato la filiera energetica nel suo complesso, unitamente all’assenza di fattori non ricorrenti positivi registrati nel 2017. I business a rete contribuiscono, invece, positivamente grazie alle sinergie raggiunte e a un incremento dei ricavi regolati dovuti alla crescita del capitale investito. Positiva anche la contribuzione del settore Ambiente, legata al maggior utilizzo dei poli di smaltimento del gruppo.
Nel periodo in esame, l’Ebit del gruppo guidato da Massimiliano Bianco ha raggiunto i 315,3 milioni, con un balzo del 22,7% su base annua anche grazie a un incremento limitato della voce ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni in quanto la crescita degli ammortamenti connesso all’ampliamento del perimetro di consolidamento è stata controbilanciata da minori accantonamenti legati in larga parte all’applicazione dell’IFRS 9.
L’utile netto è stato pari a 187,2 milioni, con una crescita del 29,2% su base annua sulla scia dell’aumento dei risultati operativi, di una migliore gestione finanziaria che ha beneficiato della flessione del costo medio del debito e delle minori imposte. Tale incremento è legato non soltanto ai risultati operativi ma anche a una migliore gestione finanziaria, dovuta alla diminuzione del costo medio del debito e all’effetto positivo di minori imposte.
Sul fronte dello stato patrimoniale al 30 giugno 2018, l’indebitamento finanziario netto si attestato a 2,43 miliardi, in crescita del 2,4% rispetto al 31 dicembre 2017. Ciò è dovuto all’impatto delle operazioni di consolidamento, per circa 162 milioni, al netto del quale suddetta aggregato avrebbe fatto segnare un calo superiore ai 100 milioni.
Gli investimenti tecnici lordi realizzati nel periodo sono stati pari a 164,2 milioni, con un balzo del 59,1% rispetto al 1° semestre del 2017.