L’operatore delle autostrade a pedaggio chiude il primo semestre 2018 con un totale volume d’affari consolidato pari a 577,6 milioni, in crescita del 7,3% rispetto all’anno precedente.
Il settore “autostrade” si conferma il core business del gruppo, rappresentando il 93% del fatturato consolidato, con ricavi pari a 539,2 milioni (+7,8%).
Nel dettaglio, i ricavi netti da pedaggio toccano i 538,8 milioni, in progresso di 38,4 milioni (+7,9%) a seguito del fatturato della concessionaria Autovia Padana relativi al periodo marzo-giugno 2018 (+20,5 milioni), al riconoscimento a decorrere dal 1° gennaio 2018 degli adeguamenti tariffari (+15,8 milioni) e alla crescita dei volumi di traffico-mix traffico/tariffa (+2,1 milioni).
L’andamento complessivo del traffico nel primo semestre 2018, a confronto con il corrispondente periodo 2017, segna una crescita del 7,03% (-0,31% su base omogenea), beneficiando dell’efficacia (a decorrere dal 1° marzo 2018) della concessione relativa alla tratta A21 Piacenza-Cremona-Brescia.
A parità di perimetro con il primo semestre 2017, i dati di traffico evidenziano una crescita del 2,59% dei “veicoli pesanti”, che conferma il positivo trend manifestatosi nel corso degli ultimi esercizi, e una flessione pari all’1,30% dei “veicoli leggeri” che risente principalmente delle avverse condizioni meteo che hanno caratterizzato sia i mesi invernali (con la temporanea chiusura di alcune tratte autostradali su richiesta degli organi prefettizi) sia i mesi di aprile e giugno.
L’Ebitda adjusted (al lordo di componenti non ricorrenti) di gruppo si attesta a 352,1 milioni, riportando una crescita dell’8,2% che riflette per 27,4 milioni la crescita del margine operativo lordo del “settore autostradale” (di cui 10,7 milioni ascrivibili al margine della concessionaria Autovia Padana relativo al periodo marzo-giugno 2018), cui si contrappone la flessione dei cd. “settori ancillari” (-0,9 milioni).
Nel periodo in esame il gruppo ha sostenuto oneri non ricorrenti per 2,2 milioni, contro costi straordinari per 2,9 milioni nel primo semestre 2017. La voce è ascrivibile agli oneri di competenza del periodo riconducibili al progetto di riorganizzazione, ottimizzazione delle procedure e di razionalizzazione delle risorse.
L’Ebit consolidato si attesta a 208,2 milioni, in progresso del 40,3%, beneficiando in parte di minori ammortamenti e accantonamenti (-18,7%).
Il conto economico si chiude con un utile netto di competenza dei soci di 139,6 milioni, in crescita del 56,1% rispetto ai 89,5 milioni del primo semestre 2017. La quota attribuibile ai soci della controllante dell’utile del periodo risulta pari a 127,8 milioni (78,8 milioni nel primo semestre 2017).
L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2018 si esprime in 1.387,9 milioni, in aumento di 102,7 milioni rispetto a fine dicembre 2017.
Il valore rettificato al 30 giugno 2018 risulta pari a 1.394,6 milioni e, nonostante la corresponsione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del prezzo della concessione relativa alla tratta Piacenza-Cremona-Brescia, nonché dell’indennizzo da subentro al concessionario uscente per un importo complessivo di circa 301 milioni, evidenzia una crescita di soli 86,7 milioni rispetto al dato del 31 dicembre 2017.
Commento
L’applicazione di un quadro regolatorio divenuto stabile ed efficace a seguito della firma degli atti aggiuntivi, il positivo trend del traffico pesante, nonché le politiche di efficientamento adottate dalle società del gruppo Sias dovrebbero consentire, per l’esercizio in corso, un ulteriore consolidamento dei risultati delle controllate italiane operanti nel settore autostradale.
Inoltre, il risultato dell’esercizio del gruppo rifletterà, positivamente, gli effetti della gestione (a far data dal 1° marzo 2018) della tratta Piacenza-Cremona-Brescia, i risultati delle società brasiliane facenti parte del gruppo Ecorodovias, nonché gli effetti degli accordi relativi al “Sistema Tangenziale Esterna-Brebemi”.
Sulla base di tali presupposti si prevede per l’intero esercizio una crescita dei ricavi in un range compreso tra il 5% e l’8%, dell’Ebitda tra il 4% e il 6% e un leverage ratio (Net Debt/Ebitda) in linea con il precedente esercizio (minore di 1,9 volte).