Tenaris ha chiuso il secondo trimestre 2018 con risultati in decisa crescita e sostanzialmente in linea alle attese degli analisti a livello di ricavi e margini, mentre ha deluso l’utile.
Nel dettaglio, i ricavi sono cresciuti del 44% su base annua e diminuiti del 4% rispetto al trimestre precedente a 1.788 milioni di dollari, verso i 1.775 milioni previsti dal consensus, con il rallentamento rispetto ai primi tre mesi dell’anno dovuto soprattutto alla flessione in Canada, per motivi di stagionalità, e nel Mediterraneo orientale, dato il numero eccezionale di commesse per progetti nel primo trimestre.
L’Ebitda è balzato del 81,5% a 363 milioni, leggermente al di sopra delle attese (consensus a 358 milioni), con una redditività al 20,3% (+420 basis point su base annuale, +130 basis points su base trimestrale), in miglioramento rispetto al primo trimestre grazie al miglioramento del mix delle vendite e all’aumento medio dei prezzi.
Deciso miglioramento dell’Ebit, passato da 51 a 222 milioni (216 milioni il consensus), con un’incidenza sul fatturato all’12,4% (+830 punti base). L’utile netto è più che raddoppiato a 168 milioni, deludendo però le attese (189 milioni) a causa di un costo one-off di 100 milioni legato alla svalutazione della moneta argentina e messicana.
Dal lato patrimoniale, la cassa netta, rispetto al 31 marzo 2018, è diminuita di circa 134 milioni a 423 milioni, con il free cash flow generato nel periodo che è stato più che compensato dal pagamento di 331 milioni di dividendi e da capex per 104 milioni.
Per quanto riguarda l’outlook, Tenaris prevede per il secondo semestre volumi simili ai primi sei mesi del 2018, con maggiori consegne in Nord America e una flessione nel Mediterraneo orientale. I prezzi di vendita dovrebbero mostrare un ulteriore aumento per compensare i costi addizionali delle tariffe Usa. Nel terzo trimestre, i margini sono attesi in linea ai primi due trimestri, prima di crescere negli ultimi tre mesi dell’esercizio.