Cattolica ha archiviato il primo semestre 2018 con premi lordi complessivi consolidati pari a 2.955 milioni (+12,6% rispetto al periodo di confronto; +4,6% escludendo la raccolta relativa alla partnership con Banco Bpm consolidata a partire dal secondo trimestre dell’anno in corso e quindi su basi omogenee).
Nel dettaglio, la raccolta premi riferita al ramo vita ha toccato 1.892 milioni (+17,2% a/a, +5,7% su basi omogenee), supportata dalla buona performance dei prodotti linked (+23,6% annuo), in linea con le azioni previste dal piano dirette ad aumentarne il peso sul portafoglio vita.
I premi generati dal ramo danni sono saliti a 1.058 milioni (+5,4% rispetto al primo semestre 2017, +2,9% su basi omogenee), grazie alla performance positiva sia del segmento auto (+3,2% a/a a 566 milioni, +3% su basi omogenee) sia di quello non auto (+8,1% annuo a 492 milioni, +2,9% su basi omogenee). Il Combined ratio è sceso al 92,6% (93,4% nel periodo di confronto). Tale sviluppo risulta in linea con l’obiettivo di riequilibrare il mix del business danni a favore del ramo non auto.
Tali dinamiche hanno portato a un risultato operativo di 149 milioni (+25,1% rispetto al periodo di confronto; +12,6% su basi omogenee).
La gestione finanziaria è stata positiva per 258 milioni (240 milioni nel periodo di confronto). La riduzione riflette l’effetto degli interessi sul subordinato emesso dal gruppo a dicembre 2017.
Il periodo si è chiuso un utile netto di pertinenza del gruppo pari a 51 milioni, a fronte del milione riportato nel periodo gennaio-giugno 2017 su cui avevano impattato significative svalutazioni di natura non ricorrente per un totale di 67 milioni. Si segnala che nel primo semestre 2018 sono presenti i costi di integrazione legati alla partenza della partnership con Banco Bpm.
Il patrimonio netto al 30 giugno sale a 2.197 milioni (2.108 milioni a fine 2017), principalmente a seguito dell’aumento del capitale di terzi dovuto al consolidamento delle nuove società in partnership con Banco Bpm. Sul fronte della solvibilità, il Solvency II ratio è pari al 160%, nonostante l’impatto negativo dell’aumento dello spread sui titoli governativi italiani.