Banca Ifis – Margine di intermediazione a 138,7 mln nel 2Q 2018

Banca Ifis ha archiviato il secondo trimestre con un margine di intermediazione pari a 138,7 milioni (-7,3%% rispetto al periodo di confronto), mentre l’utile netto si è attestato a 28,4 milioni (-60% rispetto al primo trimestre 2017).

Il secondo trimestre di Banca Ifis “ha visto le performance impattate da una serie di eventi singolarmente rilevanti e difficilmente replicabili nella stessa intensità”. È con queste parole che il Ceo Giovanni Bossi ha commentato l’andamento del periodo in esame.

Banca Ifis, nel periodo aprile-giungo 2018, ha registrato un margine di intermediazione pari a 138,7 milioni (-7,3% rispetto al secondo trimestre 2017).

Per quanto riguarda il contributo al giro d’affari delle singole macroaree di business, il settore imprese ha riportato un margine di intermediazione di 86,4 milioni (-14,3% rispetto al corrispondente periodo del 2017). Nello specifico, quest’area di business ha contribuito per 56,8 milioni (-26,5% annuo) al margine di interesse e per 21 milioni (in linea con il secondo trimestre 2017) alla componente commissionale. Si ricorda questa attività è sua volta suddivisa in sottosettori relativi al factoring, ai crediti commerciali, al corporate banking, al leasing e ai crediti fiscali.

In crescita l’apporto della divisione Npl, che ha realizzato un margine di intermediazione pari a 54,2 milioni (+11,9% rispetto al periodo aprile-giugno 2017). In particolare, tale  business ha contribuito al margine di interesse per 53,3 milioni (+70,3% a/a).

Infine, il settore Governance & Servizi, che fornisce ai settori operativi dei core business del gruppo le risorse finanziarie ed i servizi necessari per lo svolgimento delle rispettive attività, ha registato un margine di intermediazione negativo per 1,9 milioni (+0,4 milioni nel periodo di confronto), con un contributo di -1,1 milioni alle commissioni nette.

I costi operativi sono saliti a 74,5 milioni (+11,7% annuo). Nel dettaglio, le spese per il personale sono aumentate a 28,6 milioni (+12,6% rispetto al periodo di confronto) in seguito alla crescita dei dipendenti per le acquisizioni effettuate, mentre gli altri costi operativi hanno raggiunto 45,9 milioni (+11,2% rispetto al secondo trimestre 2017) per l’effetto congiunto dell’incremento dell’attività per il recupero giudiziale, dell’adozione del nuovo modello statistico di stima delle pratiche in lavorazione giudiziale del settore Npl e dell’adozione di nuovi sistemi tecnologici.

Tali dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 64,2 milioni (-22,6% rispetto al periodo aprile-giugno 2017) e, dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti per 29,1 milioni relativi per circa la metà ad una singola posizione significativa (riprese di valore per 14,3 milioni nel periodo di confronto relative all’area corporate banking), a un risultato netto di 35,2 milioni (-63,9% a/a).

Il periodo si è chiuso con un utile netto di 28,4 milioni, a fronte dei 71 milioni del corrispondente periodo del 2017.

Sul fronte della solidità patrimoniale, il Cet1 al 30 giugno 2018 si è attestato al 15,13% (15,64% a fine 2017).