La raccolta netta totale di Azimut, a luglio, è più che raddoppiata a 775,2 milioni rispetto al periodo di confronto. Il flusso porta il totale da inizio anno a 3,1 miliardi (-17,6% rispetto ai primi sette mesi del 2017).
Nel dettaglio, la raccolta dei fondi, nel mese in esame, ha registrato sottoscrizioni per 462,1 milioni (flussi positivi per 196,8 milioni nel corrispondente mese del 2017). Le gestioni patrimoniali hanno realizzato una raccolta netta positiva pari a 199,4 milioni (+123,8% annuo).
I titoli, i fondi di terzi e c/c sono saliti a 301,6 milioni rispetto ai 105,6 milioni del luglio 2017.
I fondi comuni di investimento da inizio 2018 hanno evidenziato una raccolta netta positiva di 768,5 milioni (-35,8% rispetto al periodo gennaio-luglio 2017), mentre le gestioni patrimoniali hanno registrato sottoscrizioni per 1.213 milioni (+22,6% a/a). Il peso di queste due componenti sul totale si attesta a circa il 63 per cento.
Il totale delle masse, a fine luglio, si è attestato a 52,7 miliardi (+4,5% rispetto a fine 2017), di cui 41,6 miliardi riferiti a quelle gestite e la restante parte al risparmio amministrato.
Sergio Albarelli, Ceo di Azimut Holding, ha commentato: “Chiudiamo il mese di luglio con una raccolta netta positiva di 775 milioni, risultato trainato dalla crescita organica della rete di consulenti finanziari e dall’ulteriore consolidamento delle attività estere del gruppo, a riconferma dell’efficacia delle scelte strategiche e degli investimenti fatti finora per uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo”.
Anche Pietro Giuliani, presidente di Azimut, ha commentato: “I numeri non lasciano troppo spazio ad opinioni: 775 milioni di raccolta netta nel solo mese di luglio. Così come il “dividendo monstre” che abbiamo pagato a maggio, oltre il 12%, fa ovviamente decrescere il valore dell’azione. È bizzarro considerare la perdita nel periodo per giustificare dei giudizi “sell” sull’azione senza tenerne conto: facendolo correttamente il risultato su indice Ftse Mib e competitors sarebbe ben differente. Azimut non è una società come le altre, e con “short” e “presunte Opa ostili” non si ottengono i risultati sperati: le persone che la costituiscono potrebbero ringraziare per i soldi ricevuti (pochi rispetto al reale valore) e “ricostruire” in pochi mesi la società”.