Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso flat (+0,1%), sostanzialmente in linea sia con il corrispondente indice europeo (-0,1%) sia con il Ftse Mib (invariato).
Andamento quest’ultimo poco distante da quello degli altri indice europei.
A livello di settore gli investitori hanno mantenuto anche il focus sulla notizia che l’apertura totale mercato dell’energia elettrica in Italia non sarà più il 1° luglio del 2019, bensì il 1° luglio del 2020 a seguito del via libera del Parlamento a un emendamento contenuto nel decreto “Millleproroghe”. Ad essere interessate dal provvedimento circa 20 milioni di famiglie che hanno scelto il segmento sotto tutela e che ora hanno due anni di tempo per scegliere un fornitore di energia elettrica nel mercato libero.
Sull’obbligazionario è tornata a ridursi la volatilità sul differenziale tra il Btp e il Bund con scadenza a 10 anni riportandosi a 250 punti, dai 254 punti della chiusura di venerdì, con il rendimento del Btp che è tornato sotto il 2,9 per cento.
Tra i titoli del settore utility e delle rinnovabili presenti nel Ftse Mib la migliore è stata Snam (+0,8%).
Tra le Mid hanno fatto meglio Hera ed Iren, entrambe con un +0,7 per cento. Poco mosse invece Acea (+0,4%), Falck Renewables (invariata) ed Erg (-0,1%).
Vendite su Ascopiave (-2,5%). A pesare ancora sulle quotazioni sia i deboli risultati del 2° trimestre del 2018 sia la precisazione di F2i in merito all’indiscrezione di stampa pubblicata lo scorso mercoledì mattina relativa alla possibilità che lo stesso fondo infrastrutturale porti a casa Asco Holding, azionista di maggioranza di Ascopiave con il 61,6% del capitale, per poi lanciare un’Opa sulla restante parte del capitale a 3,85 euro per azione.
Tra i titoli delle società a minore capitalizzazione la migliore è stata Biancamano (+1,1%).