Mercati – Anche Milano scivola a -0,3% dopo apertura in rosso di Wall Street

Gli Eurolistini ampliano le perdite, seppur contenute, dopo l’avvio in frazionale ribasso di Wall Street. Intorno alle 16:00 il Ftse Mib arretra dello 0,3% a 21.780 punti, leggermente meglio del Dax di Francoforte (-0,4%), del Cac 40 di Parigi (-0,4%) e dell’Ibex 35 di Madrid (-0,6%). Unico segno più il Ftse 100 di Londra (+0,4%).

A pesare sul sentiment degli investitori, le rinnovate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con i dazi Usa in dirittura di arrivo sui prodotti cinesi, per un valore di 16 miliardi di dollari. L’amministrazione Trump ha infatti deciso di procedere con l’imposizione di dazi del 25% su importazioni da Pechino, a partire dal prossimo 23 agosto. Una mossa ampiamente prevista e che porta il totale delle tariffe americane sulle importazioni cinesi a 50 miliardi, dopo quelli introdotti lo scorso 6 luglio su 34 miliardi di dollari di merci.

Dal fronte macro, in calo a giugno il leading indicatore Ocse per l’Italia che passa da 100,2 del mese precedente a 100,1. Il dato mette in evidenza il permanere di “segnali di rallentamento della fase di crescita”. In Francia, invece, il Pil crescerà nel terzo trimestre dello 0,4% dopo lo 0,2% del primo e del secondo trimestre, come indica la Banca centrale francese nel rapporto congiunturale di luglio.

Sul mercato Forex, l’euro recupera in area 1,16 sul dollaro ma non riesce ad approfittare in maniera più ampia del momento di appannamento del rally del biglietto verde. Nel pomeriggio l’euro/dollaro scivola a 1,1593, comunque sopra quota 1,1530 toccata lunedì, il livello più basso da 6 settimane. Continua infine a rimanere sotto pressione la sterlina, sui rinnovati timori di ‘hard Brexit’. Il cambio euro/sterlina è salito oggi sopra 0,90 per la prima volta dallo scorso 15 novembre.

Intanto, il Btp si allontana ulteriormente dai livelli di allerta, intorno al 3% di rendimento oltrepassato la scorsa settimana. Il decennale tratta a quota 2,87%, con lo spread che risale a 246 punti.

Tornando a Piazza Affari, in cima al paniere principale troviamo PIRELLI (+1,4%) che ha chiuso il secondo trimestre con ricavi in calo del 2% anno su anno a 1,31 miliardi, poco sotto le aspettative. Utile operativo rettificato in crescita del 10% a 232 milioni, meglio del previsto. Il produttore di pneumatici ha rivisto alcuni obiettivi dell’esercizio in corso, confermato quello relativo all’utile operativo.

In guadagno anche AZIMUT (+1,2%) dopo aver comunicato ieri i dati relativi alla raccolta di luglio.

Debole UNICREDIT (-0,5%) dopo che Société Générale ha abbassato il target price a 16,6 euro, all’indomani della presentazione dei dati del trimestre.

All’ultimo posto BPER (-6,4%) che è finita più volte in asta di volatilità. L’istituto di credito ha chiuso il secondo trimestre con un utile operativo in calo del 23% anno su anno a 358 milioni. I ricavi totali, anche per effetto della discesa del margine di interesse dell’1%, si attestano a 509 milioni. In forte aumento i costi operativi (+12% a 358 milioni) e Common Equity Tier 1 in lieve calo rispetto a marzo, a 11,6 per cento.