Pirelli ha chiuso il primo semestre 2018 con risultati leggermente migliori delle attese, grazie alla strategia di focalizzazione sull’high value e al miglioramento del price/mix e nonostante l’impatto sfavorevole dei cambi.
I ricavi sono diminuiti del 2% a 2,63 miliardi (+5,5% la crescita organica), con l’effetto cambi negativo (-6,9%) in parte compensato dal miglioramento del price/mix (+6,7%). I volumi sono diminuiti dell’1,2%, con il segmento standard in calo dell’11,3%, riflettendo la flessione della domanda standard sui mercati maturi (Europa, Nafta e Apac), l’effetto negativo di uno sciopero dei trasportatori in Brasile nel mese di maggio e la decisione di Pirelli di accelerare la riduzione dei volumi sui prodotti a minore redditività in Europa, Latam, MEAI e Apac.
Per quanto riguarda la gestione operativa, il miglioramento del price/mix ha più che compensato l’incremento dei costi delle materie prime, la flessione dei volumi e l’impatto sfavorevole delle valute. L’Ebitda adjusted ante costi di start-up è cresciuto del 7,3% a 608 milioni, con un’incidenza sul fatturato al 23,1% (+200 punti base), mentre l’Ebit adjusted ante costi di start-up è aumentato del 6,8% a 473 milioni, con una marginalità al 18% (+150 punti base).
Il semestre si è chiuso con un balzo dell’utile netto delle attività in funzionamento del 169% a 182 milioni, che ha beneficiato della buona performance operativa e di minori oneri finanziari netti principalmente per effetto della riduzione del debito.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto, rispetto al 31 dicembre 2017, è aumentato di circa 700 milioni a 3,92 miliardi.
Infine, Pirelli ha confermato i target 2018 a livello di redditività, nonostante la maggiore volatilità dei cambi e la decisione di accelerare la riduzione dell’esposizione nel segmento standard. I ricavi sono previsti in aumento con una crescita organica del 7% (+9% la precedente indicazione) e un peso dell’high value superiore al 60 per cento.
L’Ebit adjusted ante costi di start-up è stimato superiore a 1 miliardo, con i minori volumi e l’effetto sfavorevole dei cambi compensati da un maggior contributo del price/mix e da un minore impatto derivante dai costi delle materie prime.
Il rapporto net debt/Ebitda adjusted ante costi di start-up è stato confermato pari a circa 2,3x, con Capex pari a circa 460 milioni.