Apertura positiva per gli indici statunitensi che schivano inizialmente la crisi turca per poi adeguarsi nel finale alla debolezza dei listini mondiali chiudendo sui minimi intraday con perdite che, tuttavia, non eccedono il mezzo punto percentuale con l’unica eccezione del Russell 2000 (-0,7%). In calo anche il Dow Jones (-0,5%), S&P 500 (-0,4%) ed il Nasdaq (-0,2%).
Vola il VIX (+12%) per la seconda giornata consecutiva chiudendo a quota 14,8 punti.
L’ennesima giornata pesante della lira turca coinvolge nel finale di seduta anche il peso argentino, il rand sudafricano ed il real brasiliano riportando l’attenzione sull’attualità delle svalutazioni delle divise emergenti.
La valuta turca è crollata ieri ad un nuovo minimo storico e dell’80% negli ultimi cinque mesi rispetto al biglietto verde.
Finanziari, energia e materie prime si classificano tra i settori peggiori della precedente seduta con cali tra il punto percentuale e l’1,2 per cento.
La giornata della tecnologia (-0,2%) è salvata grazie alla performance di Apple (+0,7%).
Settore obbligazionario in controtendenza con il rendimento del decennale che sale di due punti base al 2,88 per cento.
Mini crash del petrolio che arriva a perdere il 2,8% a 65,5 dollari al barile per chiudere in calo dello 0,5% a quota $67,3.
Dollaro sostanzialmente invariato nei confronti della moneta unica a 1,14 dopo aver ritracciato fino a 1,137 intraday.