Chiusura sottotono per Piazza Affari, in controtendenza rispetto alle altre Borse europee che beneficiano anche dell’intonazione positiva di Wall Street. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in flessione dell’1,8% a 20.524 punti (sui minimi da oltre un anno) appesantita da Atlantia (-22,3%), mentre il Dax di Francoforte (+0,6%), il Ftse 100 di Londra (+0,8%), il Cac 40 di Parigi (+0,8%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,5%) terminano positivi.
Oltreoceano gli indici americani guadagnano fra lo 0,8 e l’1,4%, grazie anche all’annuncio di un incontro a fine mese tra il vice ministro del commercio di Pechino e il suo omologo statunitense per ripristinare le trattative sul commercio ed evitare di inasprire il conflitto.
Dinamica che consente allo yuan di recuperare terreno sul dollaro, riportando il relativo cambio a quota 6,88. Prosegue anche la rimonta della lira turca che risale dai minimi di inizio settimana fino a 5,8 rispetto al biglietto verde, sostenuta anche dalla volontà del Qatar di investire circa 15 miliardi di dollari per sostenere l’economia del paese. Intanto il governo di Ankara incontra quest’oggi una serie di grandi fondi e investitori allo scopo di rassicurarli sulla situazione dell’economia del paese.
Cambio euro/dollaro in lieve rialzo a 1,139 mentre la sterlina è poco mossa dopo i dati positivi sulle vendite al dettaglio del Regno Unito, nel giorno in cui riprendono i colloqui per la Brexit a Bruxelles.
Fra le materie prime rimbalzano leggermente le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 65 e 71,2 dollari al barile, dopo il calo di ieri innescato dall’aumento a sorpresa delle scorte statunitensi.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund scende a 279 punti con il rendimento del primo a quota 3,11 per cento.
Tornando a Piazza Affari il focus resta su ATLANTIA (-22,3%), schiacciata dalla minaccia del governo di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia in relazione al crollo del viadotto di Genova.
Contrastati i titoli bancari e industriali, male i petroliferi e la tecnologica STM (-3,2%). In controtendenza UNIPOL (+3,6%), ancora sostenuta dai risultati pubblicati settimana scorsa, oltre a BUZZI (+3%).