I futures sui principali indici europei scambiano poco distanti dalla parità, facendo presagire una partenza contrastata per l’azionario del Vecchio Continente nonostante la chiusura tonica di Wall Street e la mattinata perlopiù positiva delle Piazze asiatiche.
I listini americani hanno messo a segno discreti rialzi ieri, in particolare il Dow Jones a +1,6%, grazie ai segnali incoraggianti sul fronte delle trattative commerciali con la Cina. Altro fattore incoraggiante, i risultati positivi di Walmart mentre in after hours cala del 4,6% Nvidia, uno dei big del settore high tech, in scia ad una guidance debole per il terzo trimestre, nonostante i risultati straordinari del secondo.
L’annuncio del ripristino dei negoziati tra Washington e Pechino dopo due mesi di pausa permette alle piazze finanziarie asiatiche di avviarsi a chiudere con un’intonazione perlopiù positiva una settimana turbolenta, anche se i benchmark cinesi mostrano ancora una parziale debolezza.
Per quanto riguarda la Turchia, sotto osservazione nell’ultima ottava, la lira arresta momentaneamente la risalita nei confronti del dollaro in area 5,82 dopo il monito del segretario del Tesoro statunitense Steven Mnuchin, secondo cui il Paese mediorientale incorrerà in ulteriori sanzioni se non libererà il pastore americano detenuto.
Sul fronte macro si attendono in mattinata i dati finali di luglio sull’inflazione dell’Eurozona mentre negli Usa verrà diffuso nel pomeriggio l’indice principale dello stesso mese.
A piazza Affari l’attenzione rimane su ATLANTIA, dopo il tonfo (-22,3%) della seduta precedente e l’annuncio del governo di voler revocare la concessione autostradale. Intanto S&P ha messo sotto osservazione il rating della Società, che potrebbe essere tagliato a fronte dei potenziali risarcimenti legati al crollo del ponte di Genova e della capacità di rimborsare eventualmente i bond Autostrade per l’Italia, su cui è stata emessa un’opzione put.
Da tenere d’occhio ENI, che secondo fonti di stampa avrebbe ricevuto l’approvazione dalla commissione petrolifera messicana per il proprio piano di sviluppo dell’Area 1 del Paese.
Sotto la lente anche GENERALI, che starebbe programmando un riassetto delle attività operative di investimento in Europa.
Fuori dal listino principali occhi puntati su SIAS e ASTM, penalizzate ieri dalla possibile stretta del governo sulle concessioni autostradali.